Secondo quanto riportato dal portale Calcio&Finanza, il presidente della Sampdoria Ferrero è disposto a riaprire Marassi e gli stadi anche se con la capienza ridotta. E sui protocolli della FIGC non le manda a dire…
Il presidente blucerchiato è tornato sulla questione degli stadi chiusi.Una nota dolente, non solo per la tifoseria, ma anche per le società che si vedono mancare una fetta importante di entrate. Non è da meno la Sampdoria…
Per Massimo Ferrero non ci sono dubbi: il calcio senza tifosi non ha senso: “Basta con il pallone nel deserto! Il calcio senza pubblico non ha senso, è il momento di riaprire gli stadi. Non so cosa stiamo aspettando per riaprire. Non si può fare il paragone degli stadi con le discoteche che sono al chiuso o quasi. E lì, dopo il lungo lockdown, la gente va per sfogarsi. Il nostro spettacolo è in spazi sempre ampi e all’aperto”.
LEGGI ANCHE Serie A, le prime anticipazioni sul calendario 2020-21
Sampdoria, Ferrero: “Riapriamo gli stadi, protocollo FIGC costa troppo”
Secondo Ferrero, il calcio è stato penalizzato rispetto ad altri settori: “Bisogna riaprire, se non alla prima alla seconda giornata di campionato.Un po’ alla volta con regole chiare e uguali per tutti, senza fare figli e figliastri. Sui bus apertura al 70%, noi niente, mah”.
E parlando di numeri, il Viperetta ha le idee ben chiare: “Pensate alla capienza di ogni stadio… Vogliamo il distanziamento, allora facciamo entrare metà degli spettatori. A Marassi 20mila per 40mila posti a sedere. Basta anche il 40% con due seggiolini occupati su cinque”.
Non viene risparimato nemmeno il vigente protocollo anticontagio della FIGC, che secondo il presidente della Sampdoria è pieno di controsensi ed è troppo oneroso per i club: “A che serve far entrare prima una squadra e poi l’altra se poi i calciatori durante la partita sono uno accanto all’altro per i contrasti di gioco. E basta anche con i tamponi ogni quattro giorni. Volete sapere se noi presidenti chiederemo i danni? Diteci a chi”.
Il tasto economico dunque è quello dolente per Ferrero: “Passiamo dall’anno del dolore all’anno dell’amore. Il pubblico vuole bene a questo sport. Giusto prendere le dovute precauzioni, ma qua si rischia di salvare il corpo e distruggere la mente. Basta vedere quanti sono in cura dallo psicologo dopo la pandemia”.