La Bella Stagione della Sampdoria è finita. È finita secondo Fabio Fazio: con l’addio a Gianluca Vialli. Un campione, un uomo incredibile…
Sul settimanale Oggi, nella rubrica settimanale di Fabio Fazio c’è spazio per Gianluca Vialli. Uno spazio pieno di ricordi e amore. E non solo perché Fabio è da sempre un tifoso della Sampdoria. Dire addio a Luca non è stato facile per nessuno. Nemmeno per lui che lo ha intervistato a Che tempo che fa per l’ultima volta, qualche settimana prima che si ritirasse a Londra…
Queste le sue parole scritte con la sua mano per Gianluca Vialli:
“La bella stagione è finita. Questa volta è davvero finita. La bella stagione è il titolo di un film documentario sullo scudetto della Sampdoria, sull’amicizia fra Vialli e Mancini, su quel periodo che chiamiamo giovinezza in cui tutto è possibile. L’uscita di questo riuscitissimo docu-film di Marco Ponti era stata anticipata a fine novembre scorso. Per la presentazione, il 27 novembre, Vialli e Mancini si erano collegati con me a Che tempo che fa.
Era stato Gianluca a chiedere che l’uscita venisse anticipata a prima di Natale. Sì, perché la bella stagione stava per finire e lui lo sapeva. Quando Gianluca Vialli nel 2018 venne in trasmissione a parlare del suo libro Goal e della sua malattia, gli chiesi che cosa gli stesse insegnando quell’esperienza e lui rispose che alla fine si augurava innanzitutto di farcela ma anche di diventare un uomo migliore. Di sicuro lo era già diventato.
Ha affrontato il suo cammino con enorme dignità e con grande coraggio. Quello che serve per dare forza alle persone che ti sono vicine e a cui si vuol bene. La paura di morire è poca cosa di fronte alla disperazione di lasciare chi amiamo. E di essere causa di dolore. Si augurava di morire dopo i suoi genitori e di poter accompagnare le sue figlie all’altare: è una frase che contiene l’essenza di tutto. Significa sapere cosa vuol dire essere genitore e cosa significa essere figlio. Non c’è nient’altro da dire.
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Poi ancora:
“La malattia arriva inattesa, indipendentemente dalla propria volontà. È estranea, è altro da sé. Gianluca la chiamava «l’ospite indesiderato». Ci siamo detti molte cose e molte altre non ce le siamo mai dette perché non ce n’era bisogno. Tutti abbiamo visto e per sempre rimarrà con noi il ricordo di quell’abbraccio struggente fra lui e Mancini dopo la vittoria degli Europei a Wembley.
In quelle lacrime c’erano la gioia e il dolore, la speranza ma anche la consapevolezza di quello che sarebbe potuto accadere e che purtroppo è accaduto. La retorica del combattere contro la malattia non ha un grande senso: se bastasse la volontà, nessuno morirebbe di cancro. La malattia non è un avversario leale. Non è una sfida alla pari. Gianluca il male lo ha affrontato,
lo ha guardato negli occhi e lo ha vissuto sino in fondo. Non è per niente consolatorio ma certamente quest’esperienza così tragica e definitiva lo ha reso un uomo migliore e potrebbe rendere migliore ciascuno di noi se ci rendessimo conto di quanto tutto sia fragile e di quanto siano da maneggiare con cura le cose che davvero contano. Ma questo perl’appunto non è consolatorio nemmeno un po’…”
Firmato Fabio Fazio per Oggi.