Le verità di Fabio Borini: dal rientro anticipato dall’infortunio, al rapporto con la Sampdoria e con Andrea Pirlo e il suo progetto a medio-lungo termine
Fabio Borini è uno dei leader della Sampdoria. Arrivato a luglio dal Fatih Karagumruk, si è subito calato nella parte diventando un punto di riferimento in campo e nello spogliatoio. Il suo legame con i colori blucerchiati è nato immediatamente, in modo spontaneo:
Può sembrare ridicolo o da ruffiano. Ma non lo è. Tra le mie tante sfide in carriera, la Sampdoria è quella che vivo con più appartenenza. La sento più mia dal punto di vista emozionale e caratteriale. Ho vissuto altre sfide, ma non c’è stata questa connessione in così poco tempo. Forse perché sono stato già vicino alla Samp 3-4 volte, mi ero già immaginato in blucerchiato. Ripensandoci, sarebbe stato meglio arrivare prima. E dopo il traffico di Istanbul mi godo Genova: qui è tutto vicino, vado in spiaggia con mia figlia.
La stagione di Borini, dopo cinque goal, è stata complicata dall’infortunio al tendine dell’adduttore, che lo ha tenuto fuori per tre mesi e mezzo. Al Secolo XIX, l’attaccante blucerchiato racconta la sofferenza nello stare fuori dal campo:
Chi mi era vicino sa quanto ho lavorato, per essere qui con tre settimane in anticipo, è stato duro. Volevo dare una mano anche solo per dare entusiasmo nello spogliatoio. Ho avuto bisogno di momenti di solitudine in cui ho chiesto alla famiglia di lasciarmi solo. Il primo in Inghilterra, una settimana finché non mi passava il dolore, sapevo di poter diventare ingestibile. E poi ad Abu Dhabi quando ho ripreso a correre e ho fatto un mini-ritiro.
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Fabio Borini ha un modo intenso di vivere le partite. Con grinta, energia. I suoi ingressi hanno cambiato le partite con Ascoli e Ternana, con tutto lo stadio che ha percepito la forza dell’entrata in campo di uno dei leader della Sampdoria:
Il mio motto è “Lead from the front”: io voglio trascinare stando avanti, non spingere da dietro. Se c’è da sacrificarsi sono il primo. So che devo dare tutto nel tempo che mi è concesso. In panchina sto seduto al massimo un minuto, soprattutto al Ferraris, poi inizio a fare confusione, alzo il volume. Sono già dentro la partita dal giorno prima. I compagni devono sapere di avere un supporto in più da fuori e da dentro al campo quando entro.
L’obiettivo chiaro sono i playoff. La Sampdoria ha voglia di raggiungerli, a cominciar dalla sfida contro il Palermo, con cui centrare la quinta vittoria consecutiva:
L’obiettivo sono i playoff. Se ci arrivi stando più su meglio per avere il vantaggio di poter pareggiare e dei nostri tifosi. Veniamo da una serie positiva, dobbiamo andare a Palermo per i 3 punti, sapendo che può servire una gara sporca, abbiamo imparato a farlo.
Quanto manca per il vero Borini? L’attaccante sta sempre meglio, è vicino alla forma migliore. La forma che aiuterà a trascinare la Sampdoria. Magari con un altro goal al Palermo, un goal che continua a immaginarsi:
Sono molto vicino al miglior Borini. Tutti vogliono giocare ma conosco Pirlo e il suo staff, fanno il bene mio e della Samp, sanno come usarmi al meglio. Il progetto di Pirlo non è a breve termine, siamo migliorati nei calciatori, nel modo di giocare più adatto alla B, c’è un’evoluzione.
In questi mesi ho visualizzato un milione di volte il mio primo goal al rientro. L’ho immaginato in tutti i modi, sporco, bello, facile, difficile. Ma arriva e basta, non lo costruisci. Col Bari ho fatto il passaggio prima dell’assist, con la Ternana l’assist. Mi sto avvicinando alla brillantezza del goal.