Prosegue la quarantena di Ekdal lontano dalla famiglia: tra la tristezza per il virus e la delusione per la stagione della Sampdoria
Continua, sempre da solo, la quarantena di Albin Ekdal. Tra dialoghi con l’ambientalista e sua connazionale Greta Thumberg: “Le do consigli sull’allenamento. Lei è intelligente, ha risvegliato le coscienze” e le chat con i compagni, il centrocampista blucerchiato prosegue l’isolamento.
La tristezza per lo svedese, lontano dalla moglie e dalla figlia è iniziata quasi subito: “La prima settimana è passata bene, poi è diventato triste. Qui a Genova non ho neppure la mia compagna e mia figlia. All’inizio per lei era divertente vedere papà su Facetime, ora non funziona più”.
Sono diminuiti anche i contatti con gli altri giocatori: “Ci siamo scritti tanto, ma la frequenza è calata. Così come con i miei genitori in quarantena in Svezia”.
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Lo stop della Sampdoria è arrivato in un buon momento, dopo due vittorie in tre partite: “Sono deluso non per il calcio, ma per questo virus che ha portato via tante persone. Da sei settimane non riesco a pensare al pallone. La ripresa? Farlo troppo presto potrebbe essere pericoloso per gli infortuni”.
Ekdal, pur essendo il giocatore più presente della Sampdoria dopo Audero, non è soddisfatto della sua stagione: “Sono deluso da me e da quanto fatto fino a qui. Abbiamo più qualità di quanto dica la classifica”.
Agli albori della sua carriera in Italia, alla Juventus, lo svedese aveva già lavorato con Ranieri: “Non è cambiato da allora. CI sentiamo spesso e chiama spesso anche i miei compagni. Il nostro rapporto è più di quello allenatore-giocatore”.