Ekdal ha raccontato la sua esperienza con il Coronavirus: il centrocampista della Sampdoria affronta anche il tema dell’isolamento
Albin Ekdal è stato uno dei primi giocatori della Sampdoria a risultare positivo al Coronavirus. Il 30enne centrocampista svedese racconta così la sua esperienza con la malattia: “Il mercoledì dopo la gara con il Verona ho cominciato ad avere mal di schiena e mal di testa. Poi la febbre e ho capito che sarebbe potuto essere il virus. La conferma è arrivata dal fatto che diversi compagni avessero gli stessi sintomi”.
Più che per la malattia le difficoltà per Ekdal sono state dovute all’isolamento e alla lontananza dalla famiglia: “La malattia a livello clinico non è stato un problema. La difficoltà più grossa è stata stare da solo in quarantena perché io e mia moglie abbiamo deciso che sarebbe stato meglio se lei fosse rientrata in Svezia con nostra figlia. Non ho avuto paura per me, ma per ciò che avviene intorno. Quello che succede è disumano“.
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Ekdal ha voluto parlare anche della sua solitudine: “Mi manca il contatto umano. Tanti giorni da solo è dura, ma stiamo facendo la cosa giusta. Le mie giornate? Da cinque giorni mi alleno, poi tv, film e parlo tanto con mia moglie e mia figlia”.
Ekdal, da leader qual è, chiude con un messaggio a tutti i tifosi della Sampdoria: “Quando tutto sarà finito avremo più valori e un mondo più umano e meno egoista. Oggi è difficile parlare ai tifosi perché il calcio viene dopo. Prima ci sono tante vite da salvare: questa è la partita da giocare insieme. Il rinvio degli europei? Non possiamo pensare al calcio”.