La vittoria della Sampdoria ha allontanato le voci di esonero di Roberto D’Aversa, ha allontanato anche i tifosi di Beppe Iachini…
Per tutta la settimana è toccato sentire vedove di Claudio Ranieri spiegare che con lui non si prendevano goal e che la Sampdoria sarebbe lì a giocarsela con il Napoli.
Ma, soprattutto, ed è ciò che mi interessa molto di più per tutta la settimana è toccato sentire analisi ed esegesi del fatto che Roberto D’Aversa fosse stato convocato da Massimo Ferrero a Milano.
Addirittura in moltissimi che contestano Ferrero – anche con lo Spezia i cori contro il presidente sono stati la cosa peggiore di una partita ben giocata dai blucerchiati e non aggiungono assolutamente nulla a questa squadra, anzi la danneggiano, esattamente come la danneggia il fatto che la Sud continui a latitare, almeno nella parte Ultras della tifoseria, anche se finalmente si è sentito l’”effetto Bosotin” con molti ingressi in più – erano pronti ad inneggiare al presidente o comunque a sostenerlo in caso di esonero del tecnico. Magari per chiamare Iachini, il cui cappellino ha lasciato altre vedove inconsolabili nel mondo blucerchiato.
E permettetemi una parentesi: quando i paganti sono 7493, molti dei quali spezzini, e 2877 di loro hanno fatto il mini-abbonamento per due gare, il problema non è Ferrero, non solo Ferrero quantomeno.
Poi, certo, si può discutere sul fatto che lo Spezia non è la fine del mondo e che aveva in panchina solo sette uomini, di cui due portieri di riserva, un 2002, un 2003 e un 2004.
Certo, si può discutere anche sul fatto che, alla fine, c’è stato un approccio assolutamente difensivo alla partita, che era emerso fin dalla sostituzione di Valerio Verre, finalmente titolare, ma infortunato dopo venti minuti e sostituito da Dragusin, che è un giocatore molto più difensivo, ma che è entrato davvero molto bene e che credo non debba mai più uscire da questa formazione.
Poi, certo, si può dire che il goal dello Spezia, è arrivato a tempo scaduto, ma meritato.
Un successo che regala tranquillità alla Sampdoria di D’Aversa
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Ma in questa partita si sono viste alcune cose notevoli: ad esempio, è chiaro che Gabbiadini – straordinario anche nel dettare i tempi, quasi fosse non solo un assist-man, ma anche un regista avanzato – è forse l’unico giocatore insostituibile in attacco e che Caputo e Quagliarella, che fanno fatica a convivere, si trovano invece benissimo con Gabbia.
E poi, per l’ennesima volta, si è visto un Antonio Candreva che è spettacolo puro, meraviglia applicata al calcio. E anche in questo caso un invito alle vedove ci vorrebbe. Si tratta dello stesso giocatore che lo scorso anno per una settimana è finito fuori rosa, altre volte in panchina e che, comunque, non era mai stato davvero decisivo rispetto alle aspettative con cui era arrivato a Genova.
Poi, restando ai singoli, ho visto bene Caputo, finché ne ha avuto, e Adrien Silva, forse alla sua migliore partita in blucerchiato.
Eppure, vedo e sento che molti tifosi doriani storcono il naso contro l’eccesso di difensori messi in campo. Ma non vorrei che fossero gli stessi che, fino a poche ore fa, invocavano una difesa diversa perché prendeva troppi goal. E’ il bello del calcio, del resto.