Roberto D’Aversa ha voluto spiegare le ragioni del suo sì incondizionato alla Sampdoria e al progetto sportivo di Massimo Ferrero
A differenza di tanti altri allenatori, Roberto D’Aversa non ha mai avuto dubbi, ha subito detto sì alla Sampdoria e alla proposta di Massimo Ferrero. Un sì quasi incondizionato. Non perché era senza panchina, solo perché credeva e crede in questo progetto. Parole sue, al Secolo XIX.
Non ci ho pensato due volte. Molto banalmente ho avuto il vantaggio rispetto agli altri di avere indossato questa maglia già da calciatore. La speranza è quella di potere rivivere quelle emozioni uniche, che ho vissuto solo per 6 mesi. Ragionando sulla materia prima, la Samp ha già qualità importanti e non ho avuto dubbi a dire sì…
Un sì anche perché a Genova, sotto la Sud, si può giocare in 12. Ed è per questo che si augura che gli Ultras tornino il prima possibile allo stadio: “I tifosi della Gradinata ci hanno fatto sapere che torneranno allo stadio solo quando non ci saranno più limitazioni. Mi auguro che possano cambiare idea, so quanto sono importanti. E non entro nel merito dei loro rapporti con Ferrero, non mi compete”.
Sampdoria, D’Aversa spiega le ragioni del suo sì a Ferrero
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A Genova non ritrova solo un ambiente che aveva già vissuto anche se solop er pochi mesi. Alla Sampdoria, D’Aversa, ritrova anche l’uomo capace di costruirgli una squadra quasi pergetta per il suo tipo di calcio, Daniele Faggiano.
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Ritrovare un direttore sportivo con cui ho scritto pagine importanti in club come il Parma fa piacere ma ritengo che la cosa importante in un organigramma dove ci sono diverse figure è riconoscere ruoli e competenze e lavorare in un unica direzione. Non sono importanti Osti, Faggiano, D’Aversa ma il club. Questa Sampdoria è in costante evoluzione, c’è una squadra femminile dalle prospettive importanti. Si sta completando il nuovo spogliatoio di Bogliasco…