La Sampdoria ha visto l’incubo della retrocessione: poi le sentenze, i tribunali, la salvezza. I 40 giorni da Castellammare a Salerno
Era il 13 maggio quando la Sampdoria, pareggiando contro la Juve Stabia a Castellammare, è retrocessa in Serie C. La terza categoria del calcio italiano per la prima volta in 79 anni di storia. Un’onta, una vergogna. Poi, il 18 maggio, il comunicato sul Brescia. La speranza, fino ad arrivare al 22 giugno, il giorno della salvezza nel playout contro la Salernitana.
Sono stati 40 giorni difficili, tra polemiche, le contestazioni dei tifosi e i tribunali. La macchina del fango contro la Sampdoria è partita subito, con Massimo Cellino scatenato. Il patron del Brescia ha accusato la Figc di proteggere e favorire i blucerchiati dopo la penalizzazione costata la Serie C alle rondinelle. Dopo la sentenza del Tfn, però, è arrivato il fallimento della società, che ha anche rinunciato al ricorso.
Sampdoria, la salvezza dopo 40 giorni…
Sampdoria, da Castellammare a Salerno: i 40 giorni della salvezza tra campo e sentenze. Il racconto
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Chiuso il primo capitolo, si è aperta la questione relativa alla Salernitana, che si è opposta al playout con la Sampdoria. I granata avrebbero dovuto giocare con il Frosinone. Sono andati in Tribunale, ma il Tfn ha respinto il ricorso con cui si chiedeva la sospensione del playout e anche l’allargamento della Serie B a 21 squadre. Il 13 giugno l’udienza che dà il via libera allo spareggio.
La Sampdoria vince l’andata. Il ritorno viene rinviato per l’intossicazione alimentare avuta dalla Salernitana di ritorno dal Luigi Ferraris. Invece che il 20 giugno si gioca il 22. Ma non cambia. Dopo il 2-0 dell’andata, ecco lo 0-2 del ritorno prima della sospensione dovuta al lancio dei seggiolini in campo all’Arechi. E prima della festa salvezza.