Con la pandemia di Covid-19, le squadre di Serie A hanno dovuto affrontare dei costi in più: la Sampdoria di Ferrero ha speso, finora, circa mezzo milione per i tamponi
L’emergenza legata al Covid, scoppiata ormai più di un anno fa, ha costretto le squadre di Serie A a inserire delle spese importanti all’interno dei bilanci. E la Sampdoria, così come le altre società, ha dovuto adattarsi alla situazione, investendo in tamponi e modificando radicalmente il modo di vivere del gruppo squadra.
Da marzo in poi la Sampdoria ha fatto i conti con diverse positività dichiarate, come quelle di Gabbiadini – il primo – Balde, Colley, Ekdal, Bereszynski, Tonelli, La Gumina, Thorsby, Depaoli, Barreto e l’ultimo Letica. Insieme, poi, al dottor Baldari e ad alcuni positivi di cui non si sanno i nomi. I blucerchiati, come le altre società, ha dovuto confrontarsi con diverse misure preventive. Che hanno dei costi.
I costi dei tamponi in casa Sampdoria
Sampdoria, i costi del Covid per la società di Massimo Ferrero
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Dalla ripresa delle attività nel maggio scorso la Sampdoria ha effettuato circa 7.000 tamponi, 6.000 dei quali in questa stagione tra molecolari (il 65%) e rapidi (35%). Per una cifra che si avvicina ai 500.000 euro. Stessa cifra spesa dallo Spezia, mentre il Genoa è a quota 580.000.
Stando al protocollo, il gruppo squadra, composto da circa sessanta persone, si sottopone a un tampone a settimana, 48 ore prima della gara. Solo quando entra nella cosiddetta ‘bolla’ si aumenta a un tampone al giorno prima dell’inizio degli allenamenti. Ci sono, poi, le altre misure preventive, come la divisione in tre spogliatoi al Mugnaini. Quello principale è, infatti, troppo piccolo e gran parte della squadra si cambia in due locali d’emergenza che sono, a tutti gli effetti, dei container. Unica squadra di Serie A in una situazione così.