La Sampdoria di Massimo Donati è costretta a puntare su Simone Pafundi. E l’allenatore blucerchiato ha una nuova idea…
Uno dei giocatori più attesi del campionato di Serie B e della stagione della Sampdoria è sicuramente Simone Pafundi. Lo dice la sua storia, il suo passato e le tante aspettative sul suo conto. Aspettative, va detto, al momento non ancora rispettate. Anzi. Eppure Pafundi ha ancora tutta una carriera davanti a sé per brillare non avendo neppure vent’anni. I tifosi blucerchiati si augurano che il calciatore possa cominciare sul serio a far intravedere le sue qualità adesso, in questi mesi. Se lo augurano anche gli appassionati e i curiosi di calcio in generale oltre all’Udinese che è la società che ancora detiene il suo cartellino e con cui Pafundi ha rinnovato prima del trasferimento in prestito alla Sampdoria. I risultati partite serie a di questo avvio di campionato riflettono una problematica ormai atavica che coinvolge anche l’intero movimento calcistico italiano e di conseguenza la nazionale di Gattuso che lotta per la qualificazione ai prossimi Mondiali: mancano, infatti, giocatori di talento capaci di fare la differenza sulla trequarti. Mancano i numero dieci, gli amanti del dribbling e dell’assist, i Totti e i Del Piero di un tempo che ricoprivano un ruolo che oggi sembra scomparso. Altre sono le qualità oggi ricercate e richieste nelle scuole calcio. Pafundi, anche solo per pure caratteristiche tecniche, per quel talento innato, ricopre quel ruolo, ha quelle doti. Ovviamente, però, sono ancora tutte da dimostrare. In sintesi, è un talento in erba, ma ancora acerbo.
Pafundi e le montagne russe della sua carriera
Sampdoria, cosa aspettarsi da Pafundi? La nuova idea di Massimo Donati
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Leggendo tra le righe della sua carriera si potrebbe pensare ad un giocatore esperto, invece Pafundi è appena un classe 2006. In attesa di fare la differenza in partite di serie b con la maglia della Sampdoria, il giovanissimo talento italiano – nato da genitori napoletani – aveva già fatto parlar di sé per il debutto italiano a 16 anni con la maglia dell’Udinese (è stato il primo giocatore nato nel 2006 a scendere in campo in Serie A) e anche per la convocazione ottenuta in nazionale maggiore nello stesso anno con tanto di debutto all’età di 16 anni e 247 giorni contro l’Albania. Era l’Italia di Mancini, era la nazionale post Europei vinti. Insomma, tutto lasciava presagire un futuro glorioso per Pafundi, che però nei tre anni successivi – anche per le tante pressioni addosso – non è riuscito a confermarsi né a imporsi. Lo scorso anno 9 presenze all’Udinese dopo essere stato per qualche mese in prestito in Svizzera al Losanna. In estate la scelta Sampdoria per la sua prima esperienza in Serie B. Toccherà a Donati metterlo nelle condizioni di far bene ma dovrà essere soprattutto Pafundi a brillare in un ambiente diverso, in un campionato meno impegnativo di quello di Serie A ma con l’obiettivo di tornare quanto prima tra i grandi, magari proprio con i blucerchiati.
Cosa può dare Pafundi alla Sampdoria
La città di Genova, sponda Samp, si aspetta tanto da Pafundi. Un giocatore del genere fa sempre notizia ma la Samp si augura che il talento azzurro, enfant prodige della Primavera dell’Udinese, che tifa Napoli per le origini e che si ispira a Di Natale, possa far parlar di sé soprattutto per le prodezze in campo, per i gol, gli assist e le giocate decisive per le vittorie. Donati con il suo sistema di gioco sa bene come valorizzarlo ma poi toccherà a Pafundi mettersi in mostra e rispettare le attese. Sarebbe anche un modo per dire grazie alla Sampdoria che non solo gli ha dato fiducia ma gli darà anche spazio. Quello di cui ha bisogno per esprimersi. In Serie B ci sono diversi giocatori di talento e la Sampdoria anche per come gioca può essere la squadra in cui inseguire il risultato ma puntando anche all’estetica e alla bellezza. Anche perché Pafundi sa bene che solo con un campionato da protagonista potrà imporsi e tornare così in Serie A. Alle porte dei vent’anni, come detto, ha ancora tutto il tempo per imporsi e per riscrivere la sua carriera. Con sguardo attento anche alla nazionale italiana che resta ovviamente un sogno. Però tutto dipende dal campo. E dai suoi progressi.