In Casa Sampdoria Marco Giampaolo ha lanciato l’allarme. Bisogna cercare di restare in Serie A, bisogna farlo con una squadra adeguata…
L’allarme con tanto di cinture ben allacciate, una mano avanti e l’altra dietro è stato lanciato. C’è chi l’ha capito, chi ha fatto finta di niente. E chi capirà. Ma le parole sono scritte. Non si cancellano.
Marco Giampaolo è preoccupato. E chi non lo è oggi? Lo siamo tutti. La situazione economica è tragica. Non si può spendere un euro sul mercato. Bisogna prima incassare. In qualsiasi modo. Ma bisogna cercare di far lavorare al meglio anche il nostro allenatore. E oggi non è così. E con modi gentili, educati, col sorriso sulla bocca l’ha detto. Ha descritto la realtà con l’elmetto in testa.
Una realtà che anche Roberto D’Aversa ha vissuto un anno fa quando la squadra gli fu completata l’ultima settimana di mercato. Bisogna farci l’abitudine. Anche se è una cattiva abitudine. Ma oggi non ci sono alternative.
Marco Giampaolo lo sa. Non sono un amante del suo calcio. E’ un diritto o no? Per qualcuno no. Pazienza. Per fortuna siamo ancora in uno Stato di democrazia (apparente). E a giudicare un allenatore non ci sono io ma i risultati del campo. Ma questo è un altro discorso ancora. E soprattutto non è ancora il tempo degli attacchi…
Siamo a fine luglio, la Sampdoria ha cominciato a lavorare sul campo a inizio mese. E di acquisti nemmeno uno. Questa volta mi trovo d’accordo con lui. E alzi la mano chi non lo è. La squadra per affrontare il prossimo campionato non è completa, non c’è. È fatta male e deve rinunciare ogni giorno a qualcuno. E quindi?
Ai miei direttori Osti e Faggiano ho detto, “scegliete voi i calciatori da prendere, ma se poi mi esonerano venire via con me”. Bisogna stare molto attenti, perché il della società è la Serie A…
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Già il nostro patrimonio è la Serie A e per rimanerci bisogna fare una squadra da Serie A. Non bisogna rischiare di fare un altro campionato come quello di un anno fa. Troppe sofferenze tutte insieme.
E quindi Giampaolo ha ragione ad essere preoccupato. Lo sono anch’io. Nessuna accusa. Perché oggi in società ognuno sta cercando di dare il meglio di sé. Tutti i giorni: dai magazzinieri a Marco Lanna.
Ma senza soldi tutto diventa più difficile. Lo sappiamo e anche noi, mugugnoni, abbiamo posato la penna, messo da parte ogni giudizio. Perché ora non è il momento. Ci limitiamo a pezzi di rassegna stampa, semplici copia e incolla, di frasi pronunciate, non inventate. Frasi che non possono nemmeno essere interpretate. Giampaolo non ha attaccato nessuno piuttosto si è difeso da critiche che quando si farà sul serio, (Coppa Italia e campionato) potrebbero arrivargli non (solo) per colpe sue. Ci sta. Questa volta non mi sento di giudicarlo.
Il peccato originale di questa situazione lo conosciamo tutti. Anche se qualcuno tende spesso a dimenticarlo. E quando un giorno troverà il coraggio di raccontarci la verità, perché hanno voluto punirci, allora forse capiremo tutta questa sofferenza…