La sentenza sul ‘caso Obiang’ ha prosciolto Massimo Ferrero: i legali del presidente della Sampdoria, dopo la vittoria, parlano di processo mediatico
Alla fine ha vinto Massimo Ferrero. Il presidente della Sampdoria, dopo due anni, è stato prosciolto dalle accuse di appropriazione indebita, autoriciclaggio e falsa fatturazione della Procura di Roma. Quello che è stato definito come ‘caso Obiang’, perché, secondo gli inquirenti, le transazioni finite nell’inchiesta sarebbero state definita con i soldi della cessione del centrocampista, si è risolto con il proscioglimento di Ferrero. Perché il fatto non sussiste.
Grande gioia da parte dei suoi legali. Luca Ponti di Udine commenta così alla fine della sentenza: “Siamo riusciti a dimostrare che le prove di quei reati non c’erano. Non esistevano”.
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Più taglienti, invece, le dichiarazioni di Giuseppina Ponti, che allunga molte ombre su questo processo: “Ferrero sapeva di non aver fatto nulla, per questo non ha chiesto il rito abbreviato. È stato un processo mediatico”.
La Ponti prosegue, poi, incarando notevolmente la dose: “Volevano creare problemi a Ferrero e alla Sampdoria e ci sono riusciti. Basti pensare alla reazione rabbiosa dei tifosi nei suoi confronti. Consiglio a chi ha strumentalizzato questa vicenda di aggiustare il tiro”.
Con la speranza che questa sentenza positiva possa aggiungere serenità anche alla squadra in vista di un derby che è da vincere.