Ciccio Caputo racconta cosa lo ha spinto a prendere la numero 10 della Sampdoria: un omaggio alla moglie e il ricordo di un amico scomparso
Ciccio Caputo è diventato, già al primo anno, un giocatore molto importante per la Sampdoria. L’ex attaccante di Sassuolo ed Empoli è stato decisivo con una doppietta anche a Venezia e, come affermato qui, punta ad arrivare quindici goal e a salvare i blucerchiati.
Che potesse essere un giocatore determinante lo si sarebbe potuto capire anche dalla scelta del dieci. Nelle ultime stagioni questo numero non ha portato bene. Dopo i tre anni di Dennis Praet, quattro goal e sei assist in 104 partite, è toccato a Emiliano Rigoni, nove presenze e un assist, e Keita Balde, sette goal e due assist in 25 gare. Un buono score, ma Caputo, con le nove reti in campionato, ha già fatto meglio.
I motivi di questa scelta, però, non sono calcistici.
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Al Secolo, Ciccio Caputo rivela cosa lo ha spinto a prendere la dieci della Sampdoria. La prima ragione è legata a sua moglie:
Non l’ho preso per fare il fenomeno ma per due motivi di cuore. Il primo è che nel 2021 festeggiavo i 10 anni matrimonio con mia moglie.
La seconda, invece, è legata a Domenico Martimucci, un amico di Caputo, morto in un attentato ad Altamura:
E poi c’è la ragione principale, il 10 era il numero di un mio amico di infanzia venuto a mancare qualche anno fa, Domenico Martimucci. Giocavamo insieme in Eccellenza, lo chiamavamo Zidane, era lui a mandarmi in goal. È morto in modo assurdo, vittima di un attentato in un locale pubblico ad Altamura, con una bomba-carta: era per caso nel posto sbagliato, la sua scomparsa è stata una batosta grossa, ma giocare col suo 10 mi fa ricordare il suo sorriso.