Attilio Lombardo ha ricordato i tempi d’oro della Sampdoria di Paolo Mantovani: tra il rimpianto del 1994 e Luca Vialli…
Durante “Orientamenti 2025”, a Genova, l’ospite d’onore di mercoledì 19 novembre è stato Attilio Lombardo. Popeye è tornato alla Sampdoria in qualità di collaboratore tecnico, con l’obiettivo di trasmettere ai giocatori l’appartenenza ai colori più belli del mondo. E di essere un punto di riferimento per l’intera società.
Lui che ha vissuto l’epoca d’oro di Paolo Mantovani, che era riuscito a creare un gruppo straordinario. Un gruppo in cui si puntava per prima cosa sugli uomini:
Paolo Mantovani è stato bravissimo a puntare prima sugli uomini. C’erano le stelle, Mancini e Vialli, poi tutti quei giocatori che sono riusciti a creare un rapporto che andava oltre al campo. L’intento era raggiungere l’obiettivo, noi avevamo la consapevolezza che se prima avessimo costruito una famiglia, il gruppo avrebbe raggiunto i traguardi.
Un gruppo che ha vinto la Coppa delle Coppe, ha vinto lo Scudetto nel 1991 e, secondo Lombardo, avrebbe potuto bissare il trionfo in Italia anche nel 1994. Quello è uno dei grandi rimpianti di Popeye:
In quegli anni non dimentichiamoci delle squadre che c’erano e i giocatori che avevano. Ma posso dire che abbiamo anche un rimpianto, non aver vinto nel 1993-94. Quell’obiettivo lo vedevamo arrivare perché c’era uno spirito nello spogliatoio di una fame di raggiungere un qualcosa come gruppo.
Sampdoria, Lombardo: Vialli si prese le colpe della sconfitta a Wembley
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C’è l’orgoglio, poi, di aver portato il popolo blucerchiato a vivere una finale di Coppa dei Campioni. Nel 1992 a Wembley c’erano 30.000 tifosi della Sampdoria che sognavano: poi è rimasta l’amarezza della sconfitta:
Sicuramente quello di aver portato 30 mila tifosi blucerchiati a Wembley per la finale di Coppa dei Campioni. Un’emozione incredibile, anche se ancora resta l’amarezza per non essere riusciti a regalare quel sogno.
Infine il ricordo di Luca Vialli, che quella sera non riuscì a segnare. Si assunse le responsabilità di una sconfitta anche se, come gli stessi compagni gli dissero proprio quella sera, non è mai colpa di un singolo:
Mi è appena passato davanti il viso di Luca Vialli, mi ricordo quando davanti a tutto lo spogliatoio si prese le colpe della sconfitta. Tutti dicemmo a Vialli in quel momento che la sconfitta non era colpa di un singolo, ma di tutta la squadra. Perché nel calcio il gruppo è fondamentale per i successi al di là della classe dei singolo.



