Cassano, nella sua analisi sulla Sampdoria, fatica a comprendere la gestione dei portieri, ma anche la scelta su Fabio Borini
Antonio Cassano ha analizzato la stagione della Sampdoria. Una stagione disastrosa finora, con la squadra sedicesima e in piena lotta per non andare in Serie C: uno scenario che, a inizio anno, era decisamente impensabile. Eppue la classifica dice che, al momento, i blucerchiati si giocherebbero i playout con il Mantova.
Al Secolo XIX Fantantonio ha analizzato anche alcune situazioni poco chiare della stagione. Come la questione relativa ai portieri, con un continuo viavai, cominciato sin dall’estate con Marco Silvestri:
Avevo capito che in estate si fosse deciso di puntare su Silvestri. Poi chiaramente deve essere successo qualcosa… così tanti portieri titolari non me li ricordo. Però in effetti nemmeno così tanti infortuni.
Sampdoria, Cassano: Borini sarebbe servito. Ecco l’errore da non commettere
Sampdoria, Antonio Cassano: non ho capito la gestione dei portieri. Borini? Sarebbe servito…
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E poi la situazione di Fabio Borini, messo fuori rosa ma rimasto a Genova. Finito tra gli esodati a inizio gennaio, Fabio, secondo Cassano, sarebbe servito eccome a questa squadra. Senza contare le tante, troppe, espulsioni:
Borini, per come lo conosco ha quell’esperienza, quella determinazione che servono in momenti come questi. E questa serie di espulsioni ravvicinate. Il livello della B è modesto. Tante squadre si basano sulla fisicità, sull’aggressività. Un calcio che a me piace zero. Per me si va avanti solamente giocando.
L’errore che non deve fare la Sampdoria è avere quella che l’ex numero 99 definisce la “sindrome della prossima partita”. In queste posizioni di classifica non esistono risultati scontati e già con la Reggiana serve una vittoria in quello che, a tutti gli effetti, è uno scontro-salvezza:
Un errore grave è la sindrome della “prossima partita”. Quando non vinci e ti continui a dire, a convincere quasi, che lo farai la prossima. Poi non lo fai e un’altra giornata è andata. Ci era successo nel 2010/2011, quarti agli inizi di novembre, poi ci ricordiamo tutti come è finita. La Samp non è abituata a trovarsi in questa posizione di classifica in B a questo punto del campionato. Bisogna muoversi adesso, che è comunque già tardi. La squadra nelle ultime giornate è cresciuta, la rosa vale molto di più ma non vince. E ha mostrato qualche difetto di personalità e pure di qualità. Spetta a tutti, presidente, ds e allenatore, trovare già questa settimana i rimedi. La prossima partita bisogna vincerla, ma per davvero.