La Sampdoria ringrazia il suo Tulipano: Melle Meulensteen. Grazie alla sua rete si può ancora sperare nella salvezza…
Anche noi il nostro tulipano. Come li ha avuti il Milan di Arrigo Sacchi. Come ce l’ha oggi Sergio Conceiçao. Anche noi abbiamo il nostro olandese. Alto, bello, elegante e soprattutto decisivo. Abbiamo Melle Meulensteen. Ce l’abbiamo solo noi.
Melle è uno che parla poco, sorride tanto. Ma in campo no. Ha la faccia da duro. È un duro. È uno che quando si muove in campo lo vedi, si fa sentire. E non perché sia biondo. Indossa la maglia numero 17 contro ogni inutile scaramanzia.
La sua carriera è iniziata da centrale. E per senso del dovere è tornato anche lì, in quel ruolo, per aiutarci. Poi la notte di Roma, in Coppa Italia, si è arreso. È tornato in mezzo al campo e nell’altalena che ci ha caratterizzato per tutta la stagione anche lui è salito e sceso come tutti noi.
Forse l’unica cosa giusta che ha fatto Pietro Accardi in mesi di pasticci, errori e inutile fissazioni. L’unico a salvarsi, sicuramente uno dei pochi di una Sampdoria ha ritrovato per lo meno la voglia di lottare, restare uniti. Che sia così fino alla fine e che Meulensteen sia il nostro Rijkaard di un tempo, il Clarence Seedord che troppo presto abbiamo mandato via. Che sia Reijnders, che sia quello che volete basta che segni ancora goal così. Decisivi.
Sampdoria, Melle Meulensteen è uno dal goal pesante!
Sampdoria, anche noi abbiamo il nostro Tulipano. Ora l’ultima vittoria poi il resto…
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Si Melle è uno dai goal pesanti. Uno che quando la butta dentro decide la parita. È successo a Cesena con due reti. Si è ripetuto con la Salernitana. Un goal, altri tre punti che tengono viva la speranza di farcela, di non cadere dove altri sono già caduti. La storia ci aiuterà dice qualcuno.
La STORIA non si cancella. Va ricordata, mai dimenticata. Ma la STORIA va anche alimentata. E così sarà ancora. Come lo è stato con 32.000 tifosi della Sampdoria allo stadio. Certo a prezzi stracciati. Ma contava esserci. E abbiamo dimostrato che in questo presente senza futuro c’è un futuro da cui ripartire. Ma per il domani c’è tempo. Ora pensiamo a vincere a Castellamare. Raggiungere il playout. Da qui a fine maggio sono tutte finali con un unico risultato possibile…