Sampdoria, a Milano ci fischieranno un rigore se c’è? Solo se non c’è Maresca

Per la Sampdoria c’è la trasferta di Milano. Dopo quello successo con Maresca legittimo chiedersi se ci fischieranno un rigore…
Si dice comunemente che mentre i perdenti cercano scuse, i vincenti cercano soluzioni. Nel calcio, solitamente, chi si lamenta per i torti subiti – che, sia ben chiaro, io non ho mai minimamente pensato si compensino, è una favoletta da buonisti del piccolo schermo – lo fa perché uno o più episodi hanno condizionato l’esito di una gara.
Ci sono sport (io, ad esempio, seguo per antica pratica e passione anche la pallacanestro) nei quali è raro che una singola decisione possa determinare il risultato finale, salvo che si viaggi punto a punto e si sia negli ultimi istanti di una gara in bilico. Nel calcio, invece, un singolo episodio può cambiare la storia di una partita e di un intero campionato. E gli esempi non mancano mai…
Certo, quelli più forti sanno vincere a dispetto delle bucce di banana arbitrali. Però, ad essere sinceri, in questo caso si attiva un meccanismo per il quale quelli più forti sono anche quelli che sulle bucce di banana fanno scivolare gli altri, che infatti protestano, si arrabbiano, denunciano… e subiscono.
E allora, per sgombrare il campo dai cattivi pensieri (“hai perso e ti attacchi all’arbitraggio”), diciamo che la Sampdoria ha strapazzato il Sassuolo 4-0, essendo – fra le tante altre cose – capacissima di andare al di là degli episodi. Perché, diciamolo, l’arbitraggio di Maresca non è piaciuto a nessuno.
Per distacco il peggiore della stagione, e poiché a certi livelli si può essere anche scarsi, ma di una scarsezza uniforme, inclinare costantemente il campo nella direzione di una delle due squadre non è indice di scarsezza, ma di qualche altra cosa che preferisco non definire.
Aggiungiamo che avvisaglie di un atteggiamento non proprio benevolo se ne erano già avute fin dalle prime partite del 2022. Il fallo non fischiato (né rivisto) su Ekdal, che ha occasionato la remuntada sarda, e abbiamo visto all’Olimpico che se al VAR si vuole si riesce a risalire anche al fallo di Iuliano su Ronaldo; la strana doppia ammonizione ad Ekdal al Picco, un giocatore correttissimo; per arrivare a domenica, ai tanti pestoni rifilati da Lopez e compagni fin dal primo quarto d’ora – poverini, erano nervosetti perché già sotto di due goal (degli ex, che hanno esultato, e anche tanto) – e alla gestione dei cartellini: giusto per ricordarcelo, lo ha preso Candreva perché protestava per un fallo da ammonizione non sanzionato.
Per non parlare del rigore solare – lo hanno detto tutti, non solo noi “faziosi” – non concesso a Sensi a fine primo tempo. Un momento fondante della partita: se la Sampdoria fosse andata all’intervallo sul 3-0, ogni ipotesi di recupero da parte emiliana sarebbe stata impraticabile. Cosa sarebbe successo, invece, se il Sassuolo fosse riuscito a riaprire la partita in avvio di ripresa? Tutta la manfrina è stata stucchevole. I giocatori che protestano, lo stadio che fischia, una rimessa laterale, l’arbitro che porta il dito all’orecchio e poi fa cenno di proseguire.
A Milano la Sampdoria ha vinto di rigore. Succederà ancora?
Sampdoria, a Milano ci fischieranno un rigore se c’è? Solo se non c’è Maresca
LEGGI ANCHE Sampdoria, Lanna e la non risposta su Garrone. Le parole
Come si può aver lasciato correre su un episodio del genere, soprattutto in sala VAR? Come si può non aver per lo meno invitato l’irritante fischietto napoletano a rivedere l’attimo del contatto alla telecamera? Si può, si può… se si vuole si può.
Il fatto, poi, che un rigore sia stato poi effettivamente assegnato ai blucerchiati, beh, per me è un’aggravante. Mi dà ancora di più da riflettere. Un rigore che anche in questo caso non puoi non fischiare, ma a risultato ormai ampiamente acquisito, sa di caramella uscita dalla pentolaccia e fatta raccogliere anche al bambino più complessato, per dirgli che “sì, guarda, anche a te diamo regolarmente i rigori”. Quando – beninteso – non fanno male a nessuno.
Il tutto proprio nella settimana nella quale il presidente federale ha espresso pubblicamente legittime preoccupazioni (“Staremo attenti”, “Vigileremo”) per la situazione della società di Corte Lambruschini, con
il movimento che – già minato nella sua credibilità da tanti momenti non proprio di gloria, economici e gestionali – vuole all’evidenza evitare il ripetersi di situazioni già viste, anche in tempi recenti.
Non c’è niente di dogmatico in queste riflessioni, e siamo pronti a ricrederci nelle prossime partite. Ecco, le prossime partite: a Milano rossonera si può perdere, e quasi sicuramente succederà, magari anche su rigore, e verosimilmente sarà un rigorino. Uno di quelli che siamo abituati a vedere da sempre, quando si gioca contro una delle strisciate, che a loro lo danno e a noi no, specie in questa fase del campionato.
E non è neanche vero che nella Milano rossonera non si possano avere rigori a favore: nel campionato 84/85 decise Francis dagli undici metri, e cinque anni fa sul dischetto andò Muriel.
Ma sarà contro le squadre della tua categoria, della tua stessa dignità, a partire dalla gara interna contro l’Empoli, che si vedrà se queste note sulle anomalie interpretative arbitrali hanno un senso o no. Quella contro il Sassuolo aveva un senso, ma soprattutto ha avuto un Sensi che ha messo tutto a tacere.
© Riproduzione riservata
Le foto pubblicate su www.clubdoria46.it sono state reperite sul web e giudicate di pubblico dominio. Chiunque vanti diritti su di esse può contattarci per chiederne la rimozione.
Questo articolo ha 0 commenti