Sampdoria, a Cremona l’avremmo strapersa…

La Sampdoria di Andrea Pirlo a Cremona probabilmente un anno fa una partita del genere l’avrebbe persa. Oggi no. Qualcosa sembra essere cambiato…
L’anno scorso, amici di Club Doria 46, l’avremmo strapersa. Questa è la novità, davvero. E forse anche due anni fa, quando il pur buon Roberto D’Aversa – che però, per molti e misteriosi (forse neanche tanto) motivi, fece spesso mettere le mani nei capelli, e dovette cedere la panca – provava a dare indirizzo e classifica.
Questo mi lascia la gara di Cremona. Non l’abbiamo persa. Potevamo. Per certi versi, gli ex amici grigiorossi – che poi, capisco essere ex amici bicolori e convertirsi, ma il contrario mi sembra una sfida alle leggi dell’idraulica, e successe anche con i granata del Toro – ecco, dicevo, gli ex amici grigiorossi mi sono sembrati più forti, più squadra, più profondi del Venezia e del misterioso Pisa.
Eppure non l’abbiamo persa, e non meritavamo di perderla. Facendo molto meno e in meno tempo, a Marassi il Venezia ha addirittura vinto. Insomma, giro alla sosta con ottimismo, forse più di quello che ci starebbe.
Perché, ve lo dico, all’inizio ero piuttosto allibito per il mercato, e non tanto la conduzione in sé (che a me è sembrata molto meno illogica di tanti altri tromboni in tutte le salse conditi), quanto per la conclusione: sai che ti mancano una vite, un dado e un chiodo = li prendi. Invece arrivi al venerdì sera – colleghi e colleghe di penna e microfono possono testimoniare – e mi viene la paranoia, perché non hai preso niente di quello che ti serve.
Sampdoria, a Cremona abbiamo meritato di non perdere!
Sampdoria, a Cremona l’avremmo strapersa…
LEGGI ANCHE Calciomercato Sampdoria, fallimento Sabiri: la Fiorentina lo cede. Ecco a chi
Quindi mi accosto a Cremona, dove l’ossatura della squadra è la stessa di un anno fa (e non è detto che sia un bene: hanno fatto pochi punti più di te e sono retrocessi a piombo, con la differenza fatta da una partita che stavi vincendo con pieno merito fino a cinque minuti dalla fine con una squadra che sembrava Otto e Barnelli). E penso: ci fanno il mazzo.
Il primo tempo è tanto contro poco. Attenzione: non tutto contro niente, ma tanto contro poco, e non è una differenza irrilevante. Sono un po’ indispettito non perché rischiamo, ma perché credo sempre al mister “pro tempore”, e se Andrea Pirlo dice che la partita la facciamo noi, voglio vedere una squadra che sbaglia, gioca male, ma la partita la fa, non la subisce.
Poi però… poi però nella ripresa la squadra entra con lo spirito che vorrei vedere sempre, si applica, ci prova e giustamente ci riesce. Pareggio fatto e meritato, con un po’ di fortuna – altri con molto meno ci riescono – la porti addirittura a casa, roba che non giatti una partita almeno dai tempi del penultimo Ranieri.
Ecco, lo spirito: indomito, applicato, giocato. So, come quasi sempre, di dire il contrario del Direttore – “Quanto è buono il Direttore, Quanto è bello il Direttore” – ma Alex Ferrari rappresenta e sublima questo spirito: sbaglia spesso, ogni volta per un motivo diverso, ma quando è indispensabile c’è sempre, e cava dalla porta la palla che avrebbe messo una pietra tombale sulla partita.
Di là c’è Fabio Borini, che conoscevo molto superficialmente, e che parla al pallone con sagacia e acume. Quando ne avrà per cento minuti i problemi saranno di qualcun altro. Vedremo Esposito e Delle Monache (stava facendo espellere un avversario, altro che “fumo”…). Di Pedrola non parlo neanche: lo fanno già abbastanza i suoi piedi e la sua corsa. L’abbiamo portata a casa. Con merito. Senza una vite, un dado, un chiodo. Negli ultimi due anni l’avremmo persa.
© Riproduzione riservata
Le foto pubblicate su www.clubdoria46.it sono state reperite sul web e giudicate di pubblico dominio. Chiunque vanti diritti su di esse può contattarci per chiederne la rimozione.
Questo articolo ha 0 commenti