Il Viminale ha punito la tifoseria della Salernitana con 4 mesi di trasferte vietate dopo la protesta ai playout con la Sampdoria. Ricorso al Tar dei campani
Altro ricorso in casa Salernitana. Questa volta, però, non del club di Danilo Iervolino, ma del Centro di Coordinamento Salernitana Clubs, l’equivalente della Federclubs dei campani, per difendere gli interessi della tifoseria. In ballo, infatti, c’è quella stangata da parte del Viminale, che ha deciso di infliggere una sanzione punitiva dopo la protesta andata in scena ai playout di ritorno di Serie B con la Sampdoria.
Quando cioè dalla Curva Sud Siberiano sono stati gettati in campo fumogeni, petardi e seggiolini dello stadio “Arechi”, inducendo l’arbitro Daniele Doveri e le autorità sul post a far terminare la partita anzitempo, con vittoria a tavolino per i blucerchiati. Il Viminale, alcune settimane dopo, ha disposto che la tifoseria granata non possa partecipare alle trasferte per 4 mesi dall’inizio del campionato. Una misura che si aggiunge alle due partite casalinghe a porte chiuse sancite dalla giustizia sportiva. Ma la decisione del Ministero dell’Interno non è andata giù ai sostenitori della Salernitana.
Salernitana, 4 mesi di trasferte vietate post playout con la Sampdoria: il CCSC fa ricorso al Tar
Salernitana, stangata per le trasferte dopo i playout con la Sampdoria: la tifoseria fa ricorso al Tar
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Così il CCSC ha deciso di presentare ricorso al Tar. Tramite alcuni suoi avvocati aveva chiesto alla Salernitana, subito dopo la decisione del Viminale, di entrare in possesso della documentazione relativa alla decisione. Per poter organizzare una linea di difesa che ha portato a ricorrere al Tribunale amministrativo regionale del Lazio. Che si basa sostanzialmente sul fatto che siano stati solamente pochi tifosi quelli responsabili di fronte a migliaia di altri che si sono comportati correttamente. Portando poi alcuni esempi precedenti che dimostrerebbero l’eccesso della decisione.