La retrocessione della Sampdoria in Serie C è figlia di tanti, tantissimi errori: Manfredi si affida ad Accardi, ma il rapporto si complica…
La Sampdoria è in Serie C. Un avvenimento di questo genere non può avere solo un responsabile: nei blucerchiati, quest’anno, non ha funzionato niente. Dal campo alla dirigenza. Chi, però, prende le decisioni ha sempre qualche colpa in più. Ecco, allora, che le responsabilità principali sono da attribuire a Matteo Manfredi, il presidente, e Pietro Accardi, direttore sportivo fino ad aprile.
Accardi firma un contratto triennale a luglio, con pieni poteri, ma commette una serie di errori imperdonabili. Dal punto di vista sportivo, con i mercati estivi e invernali deludenti, e gestionale. Tra le scelte degli allenatori – l’esonero di Andrea Pirlo, le decisioni di Andrea Sottil e Leonardo Semplici – e la questione relativa ai fuori rosa. In particolare Fabio Borini e Pajtim Kasami.
Retrocessione Sampdoria, rapporto compromesso tra Manfredi e Accardi
Retrocessione Sampdoria, Manfredi e Accardi: dalla fiducia all’esonero. Tutte le tappe e gli errori
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Il rapporto con Manfredi, come racconta Il Secolo XIX, è stato contrastato. La fiducia ha iniziato a incrinarsi intorno a novembre, con la presenza sempre più fissa di Alessandro Messina, braccio destro del presidente, a Bogliasco.
Quando la Sampdoria chiude il 2024 quintultima, la fiducia di Accardi è ai minimi. Il mercato non decolla e Manfredi si affida a Walker e Messina, prima che la sconfitta interna con il Cesena sblocchi lo stallo e faccia tornare “a galla” Accardi. Gli acquisti, però, deludono e i risultati non arrivano.
Fino al post-Spezia. Accardi porta avanti la trattativa per Beppe Iachini, mentre Manfredi per il ritorno dei “sampdoriani”. Arrivano gli esoneri di Semplici e del direttore sportivo, con gli arrivi di Alberico Evani, Attilio Lombardo e Andrea Mancini, che non bastano a salvare la Sampdoria. Ormai è troppo tardi.