La Sampdoria è retrocessa, secondo Da Costa, per l’assenza di persone come Palombo o Gastaldello, che conoscono la maglia. Lombardo ed Evani sono arrivati troppo tardi
Mancanza di leader. Tra le tante ragioni per cui la Sampdoria è retrocessa sul campo in Serie C, spesso si è parlato (anche gli allenatori l’hanno detto) del fatto che nello spogliatoio blucerchiato non ci fossero trascinatori, uomini in grado di prendere in mano la squadra e anche mettersela sulle spalle. Angelo Da Costa aggiunge un dettaglio in più: oltre a non esserci stati leader, sono mancati i conoscitori della maglia sampdoriana. Persone che sanno cosa significhi indossarla, che sono consapevoli del valore e del suo peso.
Per l’ex portiere non ci sono state quelle figure che fanno capire ai compagni cos’è la Sampdoria. Da Costa fa i nomi di Angelo Palombo, di Daniele Gastaldello, giocatori e capitani che hanno l’anima blucerchiata e, col loro esempio, spingevano i compagni a dare tutto. Intervistato da DerbyDerbyDerby, l’ex numero uno, a Genova dal 2010 al 2015, ha parlato anche del ritorno di Attilio Lombardo e di Alberico Evani. Loro sì ben consapevoli di cosa voglia dire giocare per la Sampdoria. Un ritorno avvenuto però troppo tardi:
Secondo me è mancata continuità e l’identità forte. Mancano figure che conoscano la maglia, come Palombo, Gastaldello, gente che ti spiegava cosa significa essere della Samp. Quella mentalità è fondamentale. Mi ha fatto piacere rivedere Attilio Lombardo: servono persone così, ma sono arrivate troppo tardi. I cambi devono avvenire prima, altrimenti non riesci più a raddrizzare la stagione. Anche nel mio primo anno retrocedemmo perché le decisioni furono prese troppo tardi
Sampdoria, Da Costa: “Mancata continuità e identità. Lombardo serviva prima”
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Anche perché Da Costa sa bene cosa significhi giocare la Serie B e farlo con la Sampdoria. Aver sperimentato il Luigi Ferraris è una sensazione che gli è rimasta dentro, così come la consapevolezza che tutti vogliono battere la squadra blucerchiata, giocando la partita della vita. Come spesso è successo in questi due anni di cadetteria:
Marassi? Un’esperienza unica. Quando sono arrivato lì per la prima volta, con l’Ancona in Serie B, sembrava di essere dentro un vulcano. I tifosi sono caldissimi. Non riesci neanche a parlare con il difensore a pochi metri. E poi in Serie B tutti volevano battere la Sampdoria: era sempre la partita della vita per gli avversari
Da Costa è sceso in Serie B con la Sampdoria, ma poi è anche risalito, dopo un solo anno. Ed è proprio di quel playoff magico, con Beppe Iachini in panchina, che il portiere identifica la parata più indimenticabile per lui:
Parata indimenticabile? Quella contro il Sassuolo nei playoff con la Sampdoria: parai un rigore sotto la curva. Un momento che porto ancora nel cuore. In generale le finali dei playoff, il fischio finale che sancisce la promozione in Serie A, è qualcosa che non dimentichi mai. Non abbiamo mai raggiunto l’Europa ma quelle emozioni valgono tantissimo