In esclusiva per ClubDoria46, Nicola Pozzi analizza il momento difficile della Sampdoria e il passaggio decisivo da Eusebio Di Francesco a Claudio Ranieri.
Da calciatore della Samp hai passato momenti straordinari come quello della qualificazione ai preliminari di Champions League, ma hai vissuto in prima persona anche l’anno drammatico della retrocessione nel 2011. Come vive lo spogliatoio un momento così delicato?
“Ebbi la stessa sorte anche a Empoli, con la differenza che lì si gioca ogni anno per salvarsi. Ci si è abituati a lottare fino all’ultima giornata mentre in una squadra come la Sampdoria le dinamiche sono diverse. Quando c’è una situazione negativa è fondamentale la solidità societaria e una solidità della squadra. Quando c’è una società forte e un allenatore forte dal punto di vista caratteriale è sicuramente più facile trasmettere ai calciatori ottimismo anche nei momenti di difficoltà. Quando vengono a mancare questi componenti è chiaro che il peso delle situazioni negative può essere superiore e rendere tutto più complesso”
Il mix tra la mancata cessione della società e la scelta di affidare la guida tecnica a Di Francesco ha creato questo caos o è stata una semplice convergenza di situazioni negative?
“L’idea che mi sono fatto io è che la costruzione della squadra non era sicuramente adatta alle caratteristiche del gioco di Di Francesco. La squadra non era adatta a giocare come voleva il proprio allenatore e i risultati lo hanno dimostrato. In un momento deficitario, la società poi è stata brava a scegliere un allenatore come Ranieri che ha dato serenità alla Sampdoria… Il suo curriculum parla chiaro! E’ un allenatore dal peso specifico importante per la piazza blucerchiata. Ha cambiato il modulo tattico con uno schieramento più corretto e adatto alle caratteristiche dei giocatori. I risultati sono sicuramente migliorati, la posizione di classifica non è ancora tale da dormire sereni, ma la strada è quella giusta. Ranieri è un allenatore incredibile, la sua esperienza in un momento così è importantissima. Non voglio neanche dare troppi demeriti a Di Francesco che è un tecnico di spessore: a Sassuolo ha costruito un’ottima squadra e li ha dimostrato di saper allenare senza che la tavola fosse già apparecchiata. Alla Samp non è andata bene solo perché la società non gli fornito i giocatori adatti durante il mercato estivo. Ha provato ad andare avanti con la sua idea ma le difficoltà sono state evidenti…
Secondo te la trattativa per la cessione societaria ha influenzato l’andamento della Sampdoria?
Sicuramente è stato un fattore, ma non credo che quello sia la causa principale delle problematiche di campo. Con Di Francesco non è andata bene ma ora con l’arrivo di Ranieri vedo una squadra gestita al meglio delle sue potenzialità. La scelta della società sta dando i suoi frutti, ma è il campo che dirà l’ultima parola…
La Sampdoria ha bisogno di rinforzi in attacco?
Per quanto riguarda il discorso degli attaccanti, la colpa dei pochi goal non è spesso colpa degli attaccanti stessi. Il discorso che va fatto su possibili rinforzi deve essere più generale: bisogna scontrarsi con la realtà, le dinamiche societarie e le esigenze di bilancio. Non conosco i reali margini di manovra che può avere la Sampdoria nel mercato di gennaio, ma in base alle disponibilità la direzione sportiva dovrà cogliere la migliore opportunità. Il mercato di gennaio è molto difficile ma tramite anche qualche prestito si può incidere parecchio per colmare le situazioni negative. E’ logico che un giocatore per reparto alla Sampdoria potrebbe fare comodo, anche a costo di qualche uscita dalla rosa attuale. L’importante è dare l’opportunità a Ranieri di avere più soluzioni tattiche a disposizione. Il mister ha garantito solidità difensiva e la squadra subisce meno goal, spesso addirittura con partite a rete inviolata. E’ un punto di partenza importante per potersi salvare.
Quali profili di calciatore possono essere funzionali alla Sampdoria ora?
Bisogna vedere se verrà confermato il progetto tecnico attuale. Sento che andrà via Rigoni e probabilmente un esterno o anche una seconda punta può essere utile. Però tutto dipende da quello che hanno in mente.
Alla Samp manca un giocatore tipo Nicola Pozzi?
Io dico che finché c’è Fabio (Quagliarella ndr) c’è speranza. E’ l’attaccante principe del campionato e non può essere messo in discussione, anzi bisogna costruire attorno a lui una squadra che lo possa aiutare. Al massimo si può aggiungere un attaccante che possa stare affianco a lui, lo stesso Gabbiadini quando è stato chiamato in causa ha risposto presente e ha fatto goal importanti come quello nel derby. La valutazione generale è più complessa di quello che sembra: certamente bisognerà fare delle scelte, magari prendendo una valida alternativa, però i due pilastri devono rimanere Fabio e Manolo. Non dimentichiamoci di Ramirez che ha dato un contributo importante.
Caprari è il primo della lista a dover lasciare la Samp?
E’ un ottimo giocatore, però la collocazione tattica attuale lo mette in difficoltà. Ricordo che anche l’anno scorso c’era la possibilità per lui di essere ceduto, poi però si fece male e rimase alla Samp. Pare che sia l’indiziato numero uno per poter fare spazio ad altri calciatori magari più funzionali tatticamente. Sarà comunque la società a decidere…
Anche la difesa ha bisogno di qualcosa?
Possiamo fare tutti i ragionamenti del caso ma è la società che sceglie e sa quali sono le esigenze precise da rispettare. Se riterranno che per fare un entrata ci sarà bisogno di un’uscita ben venga…magari potranno prendere qualcuno sulla fascia destra per sostituire l’infortunato Bereszynski. L’importante sarà fare delle scelte che possano aiutare la Sampdoria a salvarsi e dare a Ranieri i mezzi giusti.
Ci sono dei giocatori che ti hanno sorpreso positivamente in questo inizio di stagione?
L’andamento del campionato non mi da tanta ispirazione per potermi sbilanciare su chi sia uno dei miei calciatori preferiti della Sampdoria. Di sorprendente c’è stato poco, ma Ranieri è stato comunque bravo a lanciare dei ragazzi interessanti, come ad esempio Thorsby, che prima giocavano meno.
(Nelle prossime ore verrà pubblicata l’ultima parte della lunga intervista che Nicola Pozzi ci ha concesso)