Il rigore calciato da Quagliarella andava fatto ribattere. Nemmeno il Var è riuscito a vederlo. Forse la società dovrebbe alzare la voce…
La Sampdoria merita rispetto. Partiamo da qui per raccontare ancora una volta (approfondimento settimanale nella rubrica La Moviola del Club) l’episodio “chiave” dell’incontro di domenica fra Sampdoria e Parma (e sintomatico del momento della formazione blucerchiata) è il calcio di rigore assegnato al 74’ per l’atterramento di Quagliarella che, lo stesso capitano, va a battere facendosi però ipnotizzare da Sepe. Fabio calcia a destra, Sepe respinge, sulla ribattuta Jankto si avventa sul pallone che (con un retropassaggio – quindi niente fuorigioco) serve nuovamente al centro Quagliarella che facilmente insacca.
Dopo lungo conciliabolo con la sala VAR, goal annullato per ingresso anticipato in area di rigore dello stesso Jankto ma la decisione presa dalla control room si dimostra errata in quanto, prima che il pallone venga calciato da Quagliarella, vi è l’ingresso anticipato in area di rigore anche di Bruno Alves (nel fermo immagine si nota il difensore gialloblù posizionato all’intersezione della lunetta con la linea trasversale dell’area di rigore). Il calcio di rigore, quindi, sarebbe stato da ripetere poiché “uno o più calciatori di ciascuna squadra infrangono le Regole del Gioco” prima che il pallone sia in gioco (nel caso invece è stata ravvisata solo l’infrazione da parte di uno dei compagni di chi batte il calcio di rigore “se il pallone non entra in porta, l’arbitro dovrà interrompere il gioco e assegnare un calcio di punizione indiretto”).