Enrico Nicolini è una persona perbene. Una persona vera. A Genova lo conoscono tutti. Un uomo che si è offerto prima di tutti di aiutare in questa emergenza coronavirus i più deboli, le persone anziane. Ho dato l’esempio portando la spesa alle persone in difficoltà e sono contento di aver fatto da apripista per tanti altri che l’hanno fatto. Adesso non ce n’è più bisogno, ci pensa la protezione civile. Adesso stiamo a casa, più stiamo a casa prima riusciremo ad uscire!”
Sampdoriano dalla nascita. Uno di quelli che non si è mai nascosto, che non ha chiesto mai niente. E’ amato, rispettato anche dall’altra parte della città. Come tutti, anche lui, Enrico Nicolini, il Netzer di Quezzi, ha un sogno. Uno di quelli che vorrebbe ancora realizzare. Lavorare per la Sampdoria. Chiede troppo? A ClubDoria46 la sua verità, tutto quello che è successo…
Tu sei stato quello che detto di no al Genoa, quello che ci ha messo la faccia, quello che sei stato vicino ad entrare nella Sampdoria di Ferrero… e poi cos’è successo?
E’ semplice: la Sampdoria, nella figura del Presidente, non mi ha mai voluto… Quando ho detto no al Genoa, ci sono state tante belle parole ma sono rimaste nelle intenzioni. Io non ce l’ho con Ferrero, anche se non sono d’accordo con tante cose che fa. Ma alla fine non c’è stata la volontà di concludere.
Con la società c’è stato un incontro?
Ho parlato con Osti, Con Carlo siamo amici e siamo rimasti tali. Poi anche con Pecini.
E cosa ti avevano proposto?
Mi avevano proposto di fare il responsabile dell’area tecnica del settore giovanile e fare da raccordo tra tutti gli allenatori delle giovanili. L’esperienza ce l’ho, faccio questo lavoro da tanti anni. Era un ruolo che mi intrigava. Ma se tu vuoi prendere una persona per farla lavorare del settore giovanile non la contatti l’8 settembre, contando che il mio no al Genoa è arrivato a febbraio. Sono scelte legittime che vanno rispettate, però non mi va che si faccia passare l’idea che io ho rifiutato perchè volevo guadagnare di più.
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Dimmi la verità, ci sei rimasto male?
Sono rimasto male non perché non mi hanno preso, quella è una scelta legittima e che rispetto. Ci sono rimasto male perché mi hanno fatto aspettare fino a settembre, per poi dirmi che non mi volevano. Quello onestamente mi ha dato un po’ fastidio. Io ho giocato in 5 squadre: Sampdoria, Catanzaro, Napoli, Bologna e Ascoli. A parte Napoli dove sono rimasto solo un anno, sono tornato a lavorare in società a Catanzaro, Bologna e Ascoli. In tutte tranne la Sampdoria. Speravo che fosse il coronamento di una storia, tornando da dove son partito. L’amore verso questi colori rimane, è sempre più forte…
Prima o poi credi che ce la farai?
Con un’altra società e con una proprietà di questa città, che conosce questa realtà, potrebbero esserci le condizioni per un mio ritorno. Sono ottimista e spero di chiudere la mia carriera sportiva alla Sampdoria con qualunque ruolo, coronando il mio sogno. Però fino a quando c’è questa proprietà sarà difficile…
Non credi ci sia troppa “poca” Sampdoria all’interno della società…
Chi viene da fuori purtroppo non gradisce gli ex giocatori. Nell’era Garrone e Mantovani era diverso, erano persone radicate sul territorio, conoscevano il valore di certi personaggi. Chi viene da fuori non gradisce la presenza di chi è legato alla società, alla città, forse per paura…
Quando è che Ferrero lascia la Sampdoria?
Adesso non ci saranno le condizioni per la cessione. La Sampdoria adesso non può essere venduta a 80/90 milioni. La società vale molto di meno adesso.