L’errore dell’arbitro Marco Serra è costato al Milan la partita con lo Spezia: il fischietto in questa stagione era passato anche per la Terza Categoria
I tifosi del Milan si ricorderanno a lungo di Marco Serra. L’arbitro della partita contro lo Spezia si è macchiato di un errore gravissimo che è costato i tre punti ai rossoneri. Il suo fischio su un fallo ai danni di Rebic al limite dell’area ha reso nulla la rete di Messias che, a pochi minuti dalla fine, avrebbe consegnato la vittoria alla squadra di Pioli.
Oltre il danno, a beffa però, perché il Milan, all’ultimo minuto, ha perso la partita con il goal di Gyasi. E Serra, che si è scusato insieme all’Aia, è finito al centro delle polemiche. La sua storia, come scrive la Gazzetta, è particolare e ricca di curiosità. Come quando, a settembre del 2021, finì ad arbitrare Cus Torino-Resistenza Granata di Terza Categoria a causa della mancanza di arbitri.
Milan-Spezia, l’errore clamoroso di Marco serra
Milan, dalla Terza Categoria all’errore con lo Spezia: ecco chi è Marco Serra
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Serra, prima della serata storta di San Siro, aveva arbitrato poche volte in Serie A. L’esordio il 2 dicembre 2018 in Frosinone-Cagliari, poi altre otto volte. In due occasioni, oltre quella di lunedì, c’era di mezzo il Milan: contro il Cagliari nel 2019/20 e sempre con lo Spezia nella scorsa stagione. Partite senza problemi, a differenza di quanto successo nel giugno 2020.
In una sfida tra Atalanta e Sassuolo, con Chiffi richiamato al Var sul 4-0 per i bergamaschi, Serra, quarto uomo, riportò della rabbia di Gasperini al direttore di gara. E il tecnico fu espulso e squalificato.
Il personaggio Serra è particolare. Come dichiarato, in passato, a tuttoarbitri.it, da piccolo aveva provato a diventare calciatore e fu lo zio a invitarlo a proseguire come arbitro. Da lì è nata la sua storia, che lo ha portato fino alla Serie A e, nonostante l’appartenenza alla Can A, anche in Terza Categoria. Lì si fermò per i selfie a fine partita, qui si è fermato per le scuse ai giocatori del Milan, increduli per l’errore che è costato il match. E che a lui costerà un lungo stop.