In Casa Milan crescono i dubbi e le perplessità sulla crescita di Rafael Leao sempre più simile a M’baye Niang…
I numeri di Rafael Leao dicono sei reti in campionato con sei assist vincenti. Dicono anche una rete in Europa League, a fine ottobre, contro lo Sparta Praga. Una stagione da 2423 minuti giocati tra tutte le competizioni, Coppa Italia compresa.
L’anno prima, alla sua prima stagione con la maglia del Milan indosso, le reti sono state ancora sei in campionato con due soli assist. Numeri che nascondono una verità. Rafa è un giocatore giovane, con grandi potenzialità che in questi due stagioni non è riuscito a crescere, nemmeno maturare e cosa più grave è risultato decisamente indolente a tante, troppe occasioni concesse dal suo allenatore e buttate via con prestazioni (gravemente) insufficienti.
L’ultima quella con il Cagliari. Un tempo intero senza combinare niente. Sembra che niente lo tocchi, né le urla di Ibrahimovic, né i rimproveri di Stefano Pioli. Nemmeno Paolo Maldini sembra essere riuscito a cambiare la testa a questo ragazzo che assomiglia sempre di più a M’Baye Niang, arrivato a sua volta in rossonero con l’etichetta di nuovo Balotelli.
Piaccia o no i due ragazzini sembrano avere una storia simile in campo: stessi atteggiamenti, stessa forza inespressa. Niang è arrivato al Milan da 18enne. Era un ragazzino di bellissime speranze che aveva già giocato quasi due Ligue 1 con la maglietta del Caen, che aveva talento, velocità e imprevedibilità.
Caratteristiche riconosciute da tutti anche allo stesso Rafael Leao, arrivato a Milano invece da ventenne dopo una sola stagione da protagonista con il Lille. Il prossimo 10 giugno Rafa ne farà 22 e la società di via Aldo Rossi sta pensando cosa fare con lui. M’baye Niang nel Milan ha giocato 79 gare complessive, messe a segno 12 reti, realizzato 6 assist. Ha giocato anche la Champions League, colpito un palo a Barcellona che avrebbe potuto, in caso di gol, cambiargli la carriera in meglio.
A Barcellona, Niang ha colpito un palo clamoroso
Milan, e se Rafael Leao fosse come M’baye Niang?
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Un palo maledetto che Allegri e Galliani ricordano ancora oggi. La sua miglior stagione in Italia? Quella giocata da gennaio a fine maggio a Genova, con Gian Piero Gasperini seduto in panchina, poi con Sinisa Mihajlovic proprio al Milan. Stagioni lontane di una società che stava per finire un grandissimo ciclo con Silvio Berlusconi e che aveva poco tempo per aspettare i ragazzini, soprattutto se ribelli.
Ha girato un po’ per cercare di crescere commettendo sempre qualche errore di troppo, qualche ragazzata (memorabile il tuffo in piscina direttamente dalla camera da letto).
A gennaio poteva tornare in Italia, vestire la maglia del Bologna di Sinisa Mihajlovic con cui ha lavorato nel Milan e nel Torino. Ma per rilanciare la sua carriera a 26 anni M’Baye Niang ha scelto di andare a giocare in Arabia, nell’Al-Alhi Gedda. Ora anche Leao non cosa sarà del suo futuro.
La dirigenza di Casa Milan sta pensando di mandarlo lontano da Milanello. Il ragazzo ha bisogno di farsi le ossa, solo così forse potrà crescere definitivamente, dimostrare di valere i 15 milioni spesi solo due estati fa. Anche Niang ha girato.
Prima è tornato a Montpellier, poi il Genoa, poi anche il Torino prima di essere definitivamente ceduto. Il suo costo? Meno di 5 milioni di euro. Altro investimento, stessi difetti…