Marsiglia-Lazio: la Francia blocca gli ultras biancocelesti. Ecco perché

Sono sorte diverse polemiche dopo il divieto di trasferta dei tifosi della Lazio a Marsiglia: durissime le accuse del Ministero degli Interni francesi
A pochi giorni da Marsiglia-Lazio, gara valida per il girone di Europa League, è polemica sul divieto di trasferta per i tifosi biancocelesti. Non tanto per la decisione in sé, già presa tre settimane fa e che sarebbe solo dovuta essere ratificata, ma per le motivazioni specificate dal Ministero degli Interni francese.
Nel decreto firmato da Gerals Darmanin, ministro degli Interni, non si ribadisce solo il divieto di trasferta ai tifosi della Lazio, ma si va oltre. Nel testo si legge infatti che sarà vietato anche comportarsi come un supporter biancoceleste:
Saranno vietati viaggi individuali o collettivi, con qualsiasi mezzo, di chiunque si dichiari tifoso della Lazio, o si comporti come tale, tra i valichi stradali, ferroviari, portuali e aeroportuali francesi, da un lato, e il comune di Marsiglia (Bouchesdu-Rhone), dall’altro.
Si aggiungono, poi, motivazioni legate all’orientamento politico di alcuni sostenitori della Lazio. Nel testo, il Ministero francese si giustifica infatti facendo riferimento “alla ripetuta interpretazione di canti fascisti e alla realizzazione di saluti nazisti”.
Marsiglia-Lazio: la risposta dei biancocelesti
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Immediata è arrivata la risposta della Lazio, che ha diffuso un comunicato stampa in cui si legge il disappunto per le motivazioni legate al divieto di trasferta
La Lazio non può accettare un’offesa gratuita a tutta la tifoseria biancoceleste ed alla società stessa. Abbiamo visto peraltro che la violenza negli stadi è un fenomeno purtroppo ancora diffuso e preoccupante, a partire da quanto è accaduto recentemente proprio al Velodrome di Marsiglia. Ci attendiamo quindi un chiarimento da parte delle istituzioni francesi ed una presa di posizione netta della nostra diplomazia verso espressioni di qualunquismo che dovrebbero indignare tutti gli italiani.
Presa di posizione che è arrivata da parte di Giorgia Meloni, che ha chiesto al Governo di attivarsi immediatamente per impedire questa immotivata discriminazione.
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