Il presidente del Coni Giovanni Malagò accusa il mondo del calcio di non aver pensato a un’alternativa per il futuro
“Il calcio ha il diritto/dovere di cercare ogni strada per chiudere la stagione, ma non ha mai pensato a un’alternativa. Il problema non è oggi, il problema è domani. Bisogna mettere al sicuro il domani“. Non usa mezzi termini per il mondo del calcio Giovanni Malagò, presidente del Coni, che in questi mesi si è trovato a gestire lo sport italiano nel pieno dell’emergenza Coronvavirus.
Malagò, poi, ricorda la decisione presa il 9 marzo, in seguito all’ultima giornata disputata dalla Serie A: “La sensazione c’era, poi si è diffusa tra giocatori e dirigenti. Era il 9 marzo quando in videoconferenza abbiamo deciso di fermarci per resettare tutto”.
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Sulla questione scudetto, il presidente del Coni ha la sua idea: “Non assegnare gli scudetti significherebbe lasciare un segnale al paese, è un sentimento molto diffuso tra la gente”. Riguardo, poi, all’idea di Ricciardi, consulente dell’Oms, di giocare solo al Sud, Malagò afferma: “Che il paese sia diviso in due è chiaro. Tutti i progetti possono essere interessanti, ma poi bisogna andare nei dettagli”.
Il calcio non si è ancora fermato, mentre rugby, pallavolo e basket sì: “Non ho sollecitato nessuno, era nei loro diritti interrompere”.