Tra spaccature interne alla Lega e i dubbi sui contratti e sulle responsabilità, crescono i dubbi sulla ripresa della Serie A
Le nubi intorno alla ripresa del campionato cominciano ad addensarsi sempre di più. In aggiunta alle frenate arrivate dal mondo della politica, ci sono le spaccature interne alla Lega della Serie A e le domande, per ora senza risposte, dei club alla Figc.
I quesiti, condivisi da quasi tutte le squadre della Lega, riguardano principalmente i contratti dei calciatori di Serie A. Con un calendario che andrà, inevitabilmente, oltre il 30 giugno, ci sono delle scadenza da prorogare. Le squadre si chiedono se la Figc possa intervenire modificando i contratti in scadenza a fine giugno, ma, soprattutto, se possa intervenire sui contratti dei giocatori in prestito.
Ci sono, poi, le perplessità legate alle responsabilità giuridiche in caso di una nuova interruzione del campionato per casi di Coronavirus. La responsabilità di un fatto non più imprevedibile, infatti, potrebbe avere delle ripercussioni sui club.
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E poi le spaccature. Ci sarebbero, infatti, ben sette squadre decise a non proseguire oltre il 31 luglio. Secondo Adnkronos sarebbero Spal, Brescia, Torino, Sampdoria, Udinese, Bologna, Fiorentina e Parma, che, però, ha negato. È stato, invece, firmato all’unanimità il documento che conferma l’intenzione di finire la stagione, in caso di via libera del governo.
Una situazione sempre più ingarbugliata, dunque, ad appena due settimane dalla data indicata nel protocollo Figc per la ripresa degli allenamenti.