A Le Iene parla l’arbitro in attività che denuncia alcune anomalie nel sistema arbitrale tra Serie A e B con carriere condizionate.
Sono settimane davvero polemiche per quanto riguarda gli errori arbitrali sia nel campionato di Serie A ma anche in Serie B. Ogni settimana ci sono puntualmente polemiche per alcuni errori di arbitri che condizionano le partite.
Proprio per questo nella puntata di stasera martedì 23 gennaio in prima serata a “Le Iene” ha deciso di parlare un arbitro in attività, che però ha deciso di parlare in forma anonima per raccontare alcun e anomalie che secondo lui sono presenti nel sistema.
Ecco alcuni spunti dell’intervista che andrà in onda questa sera su Italia uno dove l’arbitro esporrà il suo pensiero:
Sono un arbitro di serie A attualmente in attività e voglio segnalare quelle che per me, e per altri arbitri, sono delle gravi anomalie del sistema arbitrale in Italia. Perché mi sono deciso a parlare? Per amore del gioco del calcio e perché credo ancora nei principi di lealtà sportiva, ma anche perché questa situazione è diventata insostenibile e sta condizionando le carriere di molti arbitri, attraverso un sistema di valutazione del loro operato che presenta molte anomalie.
Errori arbitrali, a Le Iene la denuncia dell’arbitro
Le Iene, parla l’arbitro: certe dinamiche politiche possono condizionare le nostre carriere
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L’arbitro in attività ha anche parlato che ci sono parecchi arbitri che hanno la sensazione che non tutte le cose vengono fatte come si deve e che certe decisioni a volte anche politiche possono condizionare la carriera di un arbitro. E determinare una sua eventuale promozione o retrocessione al termine della stagione:
Questa situazione è diventata insostenibile e sta condizionando le carriere di molti di noi. Da come viene valutato un arbitro dipende il fatto che questo continui ad arbitrare o meno. Se le valutazioni dipendono da dinamiche, diciamo politiche, allora in questo modo c’è il rischio che si falsino i campionati. Molti di noi hanno la forte sensazione che non sempre i voti, le valutazioni e le eventuali retrocessioni o dismissioni a fine anno dipendano esclusivamente dalle nostre prestazioni durante le partite. Ogni volta che un arbitro viene chiamato al Var può essere penalizzato nel voto che riceve dagli osservatori a fine partita, e se chi valuta gli arbitri sbaglia nella valutazione, siamo poi sicuri che fanno carriera solo e sempre i più bravi e che vengono retrocessi i più scarsi? Voglio segnalare quelle che per me e per altri arbitri sono delle gravi anomalie del sistema arbitrale in Italia e che, secondo noi, condizionano il buon andamento dei campionati di calcio di serie A e di serie B. Ci sono tante cose che non vanno come dovrebbero, alcune riguardano decisioni prese in campo e in sala Var durante le partite, altre riguardano l’andamento della carriera di noi arbitri. Non sempre quello che viene deciso in campo e l’intervento del Var durante le partite segue un criterio omogeneo. A volte il Var interviene per correggere una decisione, a volte non interviene, anche quando gli episodi sono molto molto simili, quasi identici, tra loro. Ma non solo: a volte la scelta delle immagini per giustificare una decisione presa non convince neanche noi addetti ai lavori. Poi si ha la sensazione che alcuni arbitri siano protetti e tutelati, sia nel voto che prendono a fine partita, sia nella spiegazione che dà la Can, la commissione arbitri nazionali, di alcuni episodi controversi. Perché succede una cosa del genere? Come mai alcuni vengono chiamati e alcuni no? Cambia qualcosa nei voti che prendono e nella loro classifica di fine anno? Non parliamo di complotto e non c’entrano le squadre, parliamo di questione arbitrale. Ci sono arbitri più protetti e meno chiamati al Var