L’Aia con una nota sul loro sito ha replicato al servizio de Le Iene di ieri sera sulle accuse lanciato dall’arbitro.
Ieri sera su Italia 1 nel programma Le Iene un arbitro in attività ha lanciato parecchie accuse sul movimento arbitrale in Italia, entrando proprio nello specifico.
La replica dell’Aia (associazione italiana arbitri) non si è fatta attendere e nella giornata di oggi mercoledì 24 gennaio ha subito diramato un comunicato di risposta alle pesanti accuse lanciate nel programma di ieri sera.
L’Associazione Italiana Arbitri ritiene inaccettabili le accuse lanciate ieri sera, peraltro in forma anonima, tramite una trasmissione televisiva.
Si tratta di illazioni che non hanno alcun fondamento concreto. La gestione tecnica della CAN, così come di tutte le altre Commissioni Nazionali, si basa su precise valutazioni riferite alle prestazioni arbitrali.
L’Aia dopo le accuse mandate in onda a Le Iene chiede le prove
L’Aia replica a Le Iene: accuse inaccettabili…
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Il presidente dell’Aia Carlo Pacifici ha parlato chiaro senza giri di parole, invitando l’arbitro che ha deciso di denunciare questi fatti di farlo portando dei fatti e sopratutto di non farlo mettendoci la faccia.
Se qualcuno ritenesse di avere elementi concreti su quanto dichiarato durante la trasmissione, da parte di una persona con il volto nascosto e la voce alterata, si faccia avanti e segua i canali ufficiali portando le prove. Noi, confermando la fiducia a Gianluca Rocchi e a tutta la sua Commissione, riteniamo che invece vi sia assoluta insussistenza delle accuse lanciate, volte solo a gettare un’ombra su un importante lavoro che si sta portando avanti. Riteniamo che se dietro a tale mossa ci fossero motivi di politica interna, sarebbe un fatto molto grave, perché questo significherebbe non volere bene a questa Associazione
L’AIA respinge inoltre le supposizioni, pubblicate oggi su alcuni siti on line, inerenti la discesa negli spogliatoi del Responsabile della CAN Gianluca Rocchi, durante l’intervallo della finale di Supercoppa Italiana. Tale decisione è infatti legata, come è evidente, alla comunicazione all’arbitro dell’autorizzazione FIGC ad osservare un minuto di silenzio ad inizio secondo tempo per la scomparsa di Gigi Riva.