La Sampdoria è sempre prigioniera dell’ormai ex presidente Massimo Ferrero. E in un’intervista al Secolo XIX Romei sembra smentire Lanna…
La Sampdoria continua a essere prigioniera di Massimo Ferrero. E mi viene da pensare che a molti di quelli che ancora gravitano all’interno del club blucerchiato le cose possano anche andare bene così.
Un tempo sospeso, l’attesa perenne di un passaggio di proprietà che avrebbe potuto essere definito già tre anni fa (il Viperetta rifiutò 80 milioni dal gruppo Vialli) ma che non arriva mai. Le parole dell’avvocato Antonio Romei – non a caso per anni braccio destro dello stesso Ferrero – in un’intervista al Secolo XIX hanno cancellato anche i dubbi residui.
“Penso che adesso Vidal voglia negoziare e vedere qual è la migliore offerta nell’interesse della famiglia Ferrero e anche per dare l’azionista più solido possibile alla Sampdoria sotto il profilo del progetto sportivo” il virgolettato di Romei.
C’è poco da dire, c’è poco da girarci intorno: la Sampdoria attuale non si è assolutamente ancora smarcata da Ferrero. Ecco allora che ripensando a quello che era successo in questi mesi – prima la lettera del Viperetta che contestava l’attuale Cda, poi il blitz dell’ex presidente a Milano nello stesso albergo utilizzato dai dirigenti blucerchiati per il calcio mercato – si fa presto a fare due più due.
Non ci raccontiamo storie: oggi Ferrero è costretto dietro le quinte dai lacci giudiziari (legalmente è interdetto da ogni forma di attività imprenditoriale in attesa del processo per bancarotta fraudolenta in Calabria dopo il periodo trascorso in carcere a Milano e i successivi arresti domiciliari a Roma) ma nei fatti è sempre l’uomo a cui è riconducibile la proprietà della Sampdoria e ha ancora un ruolo decisivo in tutta questa vicenda.
È Ferrero che ancora comanda all’interno della Sampdoria? È Ferrero che ancora detta le linee guida nel processo che dovrebbe portare alla cessione della società? L’interrogativo resta. E anzi a dirla tutta le parole di Romei sembrano persino sgomberare i dubbi: questa Sampdoria – anche l’attuale gestione, l’attuale Cda – resta sempre impigliata nell’ex presidenza.
Io mi sono espresso con estremo favore più volte nei confronti di Marco Lanna presidente, sia perché lo conosco (è una persona per bene) sia perché lui non ha mai avuto a che fare – al contrario di quasi tutti gli altri dirigenti e collaboratori della società attuale – con Ferrero.
Però bisogna anche sottolineare che in questo momento Lanna interpreta in primis il ruolo di simbolo, di bandiera per cercare di garantire la massima serenità a una piazza che tuttavia – dopo il grande entusiasmo per la rocambolesca salvezza ai danni del Genoa (dopo un campionato comunque molto deludente al di là del rigore di Audero e del menaggio ai cugini 11 anni dopo il goal di Boselli) – adesso inizia davvero a perdere la pazienza.
Le parole di Romei smentiscono quelle del presidente della Sampdoria, Marco Lanna
La Sampdoria è sempre prigioniera di Ferrero. E Romei smentisce Lanna…
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“Che io sappia Ferrero non ha contatti con nessuno all’interno della Sampdoria” aveva detto lo stesso Marco Lanna solo una decina di giorni fa. O
ggi però le parole di Antonio Romei lo smentiscono clamorosamente:
Ferrero è un uomo libero, io sono per alcune vicende sempre il suo avvocato e anche di alcune aziende del suo gruppo. Da un punto di vista legale la famiglia Ferrero attraverso il trust è proprietaria della Samp. Quindi se anche dovesse chiedere notizie sull’andamento della società il Cda sarebbe obbligato a dargliele
Insomma, par di capire che Ferrero sia perfettamente informato di tutto quello che succede all’interno della Sampdoria e continui a cercare di fare quello che ha sempre fatto: ovvero ottenere il massimo tornaconto economico per il suo interesse personale, in questo caso per provare a salvare le sue società a rischio fallimento (Eleven Finance e Farvem) e forse anche per salvare il salvabile nella vicenda calabrese dove però è già sotto processo.
Senza dimenticare naturalmente la figura di Gianluca Vidal, altro professionista che ha sempre lavorato per conto di Ferrero e che in questi mesi – almeno prima dell’arrivo della Banca Lazard come advisor per la cessione – aveva trovato ben pochi acquirenti per il club blucerchiato, in una melina interminabile, arrivando addirittura a dare la colpa tra virgolette alla guerra in Ucraina (ci mancava solo il riscaldamento globale).
In questo momento davvero all’interno della Sampdoria si sta remando a favore del bene della Sampdoria, che deve essere ceduta, ribadisco DEVE, per poter avere un presente e un futuro anche sul piano sportivo?
Parliamoci chiaro: nella scorsa stagione i blucerchiati si sono salvati anche con un pizzico di buona sorte dopo un campionato deludente (36 punti) ma davvero si può sperare di vivacchiare ancora per un’intera stagione sperando che ci siano tre squadre kamikaze che facciano peggio della Samp? Questa gestione commissariata non può avere vita lunga. Non deve avere vita lunga.
I rischi sportivi e societari sono enormi, non si può continuare a giocare col fuoco. Questa melina deve finire e soprattutto deve finire questa commedia in cui Ferrero non è il proprietario della Sampdoria ma in realtà lo è ancora. Poi qualcuno deve una volta per tutte davvero dirci perché nessuno vuole comprare la Sampdoria.
La Sampdoria non è ancora stata ceduta, altre società in Italia sì
Investitori americani e stranieri hanno comprato negli ultimi anni il Parma, lo Spezia, il Pisa, ora si sta chiudendo l’operazione Palermo. Insomma non vengono in Italia solo per comprarsi il Milan.
Perché nessuno compra la Samp, davvero non interessa a nessuno? O semplicemente il club blucerchiato non viene venduto perché sempre ingabbiato in questo complicatissimo trust (che tutela solo Ferrero e non certo gli interessi della Samp) oltre tutto con una situazione debitoria che potrebbe essere anche superiore ai 150 milioni? Nessuno conferma, nessuno smentisce.
Ma la sensazione è che per molti per non dire tutti all’interno della Sampdoria possa anche andare bene così, anche perché in questa eterna attesa della cessione la Sampdoria è ancora in mano a loro. È ancora in mano, diciamolo chiaro, agli uomini di Ferrero o che comunque hanno lavorato con Ferrero.
Del resto legalmente Ferrero avrebbe addirittura 30 mesi di tempo per cedere la società, dal via libera dei concordati: un’eternità che potrebbe produrre effetti nefasti per la Samp e che terrorizza chiunque abbia davvero a cuore le sorti delle maglie blucerchiate. Adesso il tempo delle meline è davvero finito. La svolta deve essere vicina, per il bene della Sampdoria.
Io continuo a dire quello che penso su Ferrero: nel 2019 avrebbe anche potuto uscire tra virgolette bene cedendo al gruppo Vialli, poi però ha voluto troppo ed è rimasto col cerino in mano. Oltre tutto affrontando guai giudiziari che probabilmente avrebbe potuto risolvere con quei famosi 80 milioni di Dinan e Knaster. Da tre anni a questa parte Ferrero ha sostanzialmente sbagliato tutto, continuando a tenere la Sampdoria prigioniera dei suoi interessi.
Edoardo Garrone potrebbe agevolare la cessione della Sampdoria?
Se la Sampdoria oggi rischia molto a livello societario la colpa è tutta di Ferrero e indirettamente anche di chi – nel 2014 – aveva di fatto regalato il club al Viperetta: ad Edoardo Garrone non si può chiedere di riacquistare la società (tanto ormai non lo farebbe, ha più volte spiegato che la sua famiglia è contraria) ma almeno di provare ad aiutare il processo di cessione come ha provato a fare anche tre anni fa, al di là delle garanzie che comunque lo stesso Garrone ha continuato a offrire anche nell’ultimo periodo, basti pensare all’iscrizione al campionato.
Però anche Garrone ha un ruolo in tutta questa vicenda, non ce lo dimentichiamo: avrebbe dovuto cedere il club a un soggetto diverso e non l’ha fatto, questo resta il suo peccato originale.
Ora la Sampdoria va liberata da Ferrero. Ma la contraddizione è che a liberare la Sampdoria dovrebbero pensarci in primis quelli che lavorano all’interno del club, che però continuano a fare l’occhiolino all’ex presidente. Così non si va da nessuna parte.
Così non si può andare avanti. E che qualcuno – magari proprio Marco Lanna – si ribelli in fretta.