La Sampdoria prende le difese dei propri tifosi, danneggiati dalla decisione arrivata in ritardo dal Casms per la trasferta di Palermo
Palermo-Sampdoria non sarà una trasferta libera, anzi. Era nell’arriva, ma il Casms, a cui l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive ha rinviato il giudizio, ha scelto di non consentire l’accesso al Renzo Barbera ai residenti in Liguria, anche se in possesso di tessera del tifoso.
Una decisione arrivata a poco più di 24 ore dalla partita, in programma venerdì 12 dicembre alle 20:30, che ha portato la stessa Sampdoria a diffondere un comunicato in difesa dei propri tifosi. Che, indubbiamente, hanno avuto dei disagi importanti nell’organizzazione di una trasferta così impegnativa come quella siciliana. E che, fino a poche ore dalla partita, sono rimasti nell’incertezza.
Sampdoria, il comunicato: così i tifosi non possono andare a Palermo

La Sampdoria “contro” la decisione ritardata del Casms: così si danneggiano i nostri tifosi. Il comunicato ufficiale
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Pur comprendendo e rispettando il lavoro del Casms, la Sampdoria esprime il suo disappunto per le tempistiche. Annunciare il tutto a poco più di 24 ore dalla partita equivale “a impedire agli stessi tifosi di potervi partecipare”:
L’Unione Calcio Sampdoria prende atto delle disposizioni assunte dal Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive (C.A.S.M.S.) in merito all’incontro di Serie BKT Palermo-Sampdoria, in programma venerdì 12 dicembre.
La scrivente, pur rinnovando il massimo rispetto per le procedure di valutazione e le decisioni degli organi preposti all’ordine e alla sicurezza pubblica, è chiamata a esprimere disappunto per la situazione che sta interessando i propri sostenitori in vista dell’incontro. Arrivare a una decisione definitiva rispetto all’apertura parziale del settore ospiti dello stadio “Barbera” a poche ore dal fischio d’inizio e dopo giorni di incertezza aggrava il significativo disagio organizzativo e per taluni il dover fare i conti con spese di viaggio sostenute in anticipo.
Comprendiamo la complessità del processo decisionale, tuttavia lasciare i nostri sostenitori nel dubbio a poco più di 24 ore dalla disputa della gara equivale di fatto a impedire agli stessi di potervi partecipare.



