L’ex calciatore della Sampdoria Clarence Seedorf, ha tenuto una lezione in videoconferenza per i tecnici dell’Academy blucerchiata
Ci ha pensato Giovanni Invernizzi, responsabile tecnico del settore giovanile della Sampdoria, ad invitare l’olandese. L’ex centrocampista, e oggi allenatore, ha accettato di buon grado, complice anche la sua esperienza in blucerchiato nella stagione 1995-96, e ha parlato delle sue esperienze sia sul campo da gioco, che in panchina.
Le giovanili all’Ajax
“La mia filosofia di vita è che prima di tutto sono una persona, poi viene tutto il resto. Questo approccio mi ha regalato una molti interessi, oltre al calcio. Questa è una cosa che dico anche da allenatore, la prima cosa è la crescita dell’uomo, non del giocatore. Quando abbiamo davanti qualcuno abbiamo davanti una persona”.
“Nel settore giovanile dell’Ajax ho potuto toccare con mano una mentalità che oggi viene definita vincente, in alcuni è innata, altre volte, invece, si può creare. Questa cosa ti spinge verso l’eccellenza, il non accontentarsi mai e la capacità di adattamento, che è stata fondamentale nella mia carriera”.
L’arrivo in blucerchiato
“Fu utile anche quando arrivai alla Sampdoria, perché mi stavo approcciando a una nuova realtà, ho provato a modellare le mie idee al calcio italiano. Volevo capire questa nuova realtà. Fin dalle giovanili ho giocato in ogni ruolo, sia in difesa che in attacco. dato che ero un giocatore creativo in fase offensiva tornai davanti. Quest’esperienza mi ha insegnato molto: non ero uno specialista di un ruolo in particolare e ho giocato tantissimi incontri in tanti ruoli differenti. Sono stato schierato da trequartista, che era il mio ruolo naturale, soltanto nella parte finale della mia carriera”.
“(riferendosi ad Invernizzi) Alla Sampdoria Tu, Mannini, Zenga, mi avete sostenuto e aiutato, perchè non è stato facile all’inizio. Avevo però tanta voglia di imparare e di inserirmi nel gruppo, ma anche un carattere forte, con delle opinioni ben precise e non sempre questo era visto di buon occhio dai più anziani”.
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La chiacchierata con Eriksson
“In blucerchiato mi ha aiutato tantissimo anche una chiacchierata fatta con Eriksson. Durante un allenamento non riuscivo a toccare palla: venivo scavalcato con i lanci lunghi e gli attaccanti poi tiravano in porta. Parlai con il mister e gli dissi che ero abituato ad un calcio diverso, dovevo toccare il pallone per divertirmi. La mia mentalità era: fare un passaggio corretto era quasi come fare un goal. Non capivo come i tifosi potessero apprezzare questo tipo di gioco così diverso dal mio, in campo si correva e basta, a volte anche sbagliando. Eriksson mi disse che in Italia venivano apprezzati grinta e impegno, le persone si alzavano alle 6 del mattino per andare a lavorare. La grinta era fondamentale per dimostrare il tuo impegno, così come correre in modo errato. Mi sono scontrato con latri principi, che hanno valore e con i quali mi sono dovuto adattare per riuscire ad assorbirli”.
Obiettivo migliorarsi
“Per migliorami ho imparato ad ascoltare, I senatori della Sampdoria mi parlavano in modo chiaro quando facevo qualcosa di sbagliato. Tutto quello che ho ottenuto l’ho cercato e l’ho voluto. I miei obiettivi erano una sorta di contratto che facevo con me stesso”.
Dagli inizi di carriera con la maglia dell’Ajax, passando per la Sampdoria e le sue esperienze in Serie A. Ecco cosa ha detto Clarence Seedorf.