La Premier League dà l’esempio, dando prova ulteriore di essere la migliore lega calcistica del mondo.
Il governo inglese richiedeva una lunga serie di sacrifici per fronteggiare l’emergenza pandemica che in questi giorni si sta facendo sempre più insistente in Inghilterra. Sono infatti oltre 1700 le vittime inglesi e 25 mila i contagi.
Per questo l’ Assemblea dei Club ha deciso di reagire compatta, mostrando condivisione unanime di decisioni importanti riguardanti i club stessi: si va dalla richiesta di taglio salariale del 30% a tutti i calciatori, alle ingenti donazioni ai campionati inferiori, e al sistema sanitario nazionale. Il campionato riprenderà solo quando ci saranno le condizioni di sicurezza per farlo, e ci saranno tamponi per tutti prima di tornare in campo.
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Un gesto potente che dimostra la forte linea comune intrapresa da tutti. Il calcio d’Oltremanica è andato oltre la mera politica dei salari, donando 141,7 milioni di euro alle categorie inferiori, e 22,6 milioni destinati alla salute pubblica. Sicuramente la pressione mediatica nei confronti dei calciatori per ridursi gli stipendi ha orientato la decisione, rinforzata dalle parole di Matt Hancock, segretario della salute e degli affari sociali: “I calciatori devono fare la loro parte”.
Per quanto riguarda la ripresa del campionato, è stato deciso che questa avverrà con il pieno sostegno del governo quando le indicazioni mediche lo consentiranno. Nella migliore delle ipotesi la Premier potrebbe riprendere ai primi di giugno, terminando le 92 gare restanti entro il 13 luglio. La volontà comune è comunque quella di portare a termine il campionato, anche per i club a rischio retrocessione. Sono da escludere invece ipotesi di un’esportazione del campionato in Cina.