Lo sport sta attraversando una fase di trasformazione in cui l’interpretazione delle prestazioni si fonda sempre più su dati misurabili e strumenti digitali.
Se un tempo intuizione, esperienza e lettura del momento erano centrali, oggi molte decisioni tecniche e tattiche si basano su mappe di movimento, indici di efficienza e statistiche avanzate. Questo cambiamento non riguarda solo allenatori e atleti, ma anche il modo in cui il pubblico osserva e discute lo sport, che tende a privilegiare l’analisi oggettiva rispetto alla narrazione tradizionale. Il risultato è un modello sportivo più razionale, strutturato e orientato alla misurazione.
L’ascesa delle nuove statistiche
Tra le applicazioni più diffuse di questa rivoluzione digitale troviamo le heat map, rappresentazioni grafiche che mostrano le zone del campo più frequentate da un atleta o da una squadra. Nel calcio, queste mappe permettono di visualizzare in modo immediato la distribuzione dei movimenti in partita, evidenziando pattern tattici e schemi ricorrenti. Un altro esempio emblematico è quello degli expected goals (xG), un indice che misura la probabilità che un’azione si trasformi in gol sulla base di variabili come posizione, angolo di tiro o pressione avversaria. L’introduzione di questi ultimi ha cambiato il modo di interpretare una partita. Non conta solo quante reti sono state segnate, ma anche quanto una squadra ha creato situazioni favorevoli per segnarne.
Questa attenzione al dato non riguarda però solo il calcio. Nel basket, ad esempio, si misurano il Player Efficiency Rating (PER) e l’Effective Field Goal Percentage, che tengono conto del valore effettivo dei tiri presi. Nel tennis esistono statistiche avanzate sul rendimento al servizio, sulle percentuali di punti vinti in risposta o sull’efficacia delle variazioni tattiche durante i set. Ciò che accomuna tutti questi sport è un cambiamento nell’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori, sempre più appassionati seguono il lato numerico delle competizioni, consultando piattaforme specializzate e confrontando performance, trend e medie stagionali.
Dai dati nello sport ai dati nel quotidiano

La cultura dei dati nello sport contemporaneo
Questa centralità del dato non si limita allo sport. La società contemporanea, fortemente digitalizzata, attribuisce un valore crescente alla misurabilità e alla comparazione immediata. L’accesso a internet ha reso possibile consultare classifiche, numeri e tendenze in tempo reale, spesso senza dover approfondire oltre. Lo stesso meccanismo di rapidità e sintesi si applica anche al mondo delle scommesse, pratiche diffuse e integrate nella quotidianità di molte persone adulte come forma di intrattenimento e attività ricreativa. Tra le modalità più note rientrano Lotto, 10eLotto e Gratta e Vinci, giochi che si basano su estrazioni numeriche e combinazioni variabili.
In questo contesto, le statistiche assumono un ruolo centrale anche fuori dal campo sportivo. Molti utenti consultano classifiche, tabelle di frequenza dei numeri estratti o elenchi dei numeri ritardatari, per semplice curiosità o per interpretare meglio la dimensione numerica dell’estrazione. È comune, ad esempio, controllare sul web tutte le statistiche relative al 10eLotto, così come si controllano dati sportivi, risultati o rendimenti di una squadra. Si tratta di una stessa logica, ovvero avere accesso veloce ai dati, interpretarli rapidamente e inserirli in un quadro di conoscenza condivisa. Il dato, in questo senso, è diventato un linguaggio quotidiano.
Numeri e record recenti nel panorama sportivo mondiale
Gli effetti di questa centralità dei dati emergono anche quando si osservano i grandi fenomeni sportivi contemporanei. Il Super Bowl LVIII del 2024, ad esempio, ha registrato un record storico negli Stati Uniti per numero di spettatori su una singola rete televisiva, con circa 123,7 milioni di telespettatori medi. In Italia, secondo rilevazioni recenti, oltre 21,5 milioni di persone praticano sport nel 2024, pari a circa il 37,5% della popolazione. Si tratta di una crescita significativa rispetto agli anni precedenti e indica una maggiore attenzione al benessere fisico e al coinvolgimento in attività organizzate.
Anche le presenze negli stadi riflettono il rapporto tra sport, partecipazione e identità locale. In Serie A, le squadre con la media più alta di tifosi allo stadio nella prima parte della stagione sono Milan, Inter e Roma, confermando la forza dell’attrattività sportiva delle grandi piazze italiane. In Serie B, invece, il podio delle presenze è composto da Palermo, Sampdoria e Cesena, segno dell’importanza del legame territoriale tra squadra e comunità. Il dato non descrive solo quante persone guardano una partita, ma quanto lo sport continui a rappresentare un punto di riferimento culturale, urbano e sociale.



