Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero chiede aiuto allo Stato, chiede la possibilità del cambio di destinazione d’uso dei suoi cinema…
Come pensa di uscire dalla crisi Massimo Ferrero? Semplice, con l’aiuto dello Stato. Basterebbe consentire una cambio di destinazione d’uso dei locali dove ci sono i suoi cinema, per poterli renderli più appetibili e monetizzarne al massimo il valore. Un progetto fin qui bloccato proprio dallo Stato che non gli consente in tempi rapidi il cambio di destinazione delle sue sale in lussuosi appartamenti nel centro di Roma…
“Già il cinema non andava bene prima – racconta al Secolo XIX il presidente blucerchiato – ma avevo la fortuna di avere alcune sale in grandi centri commerciali, a Roma, Padova, Pontedera e quelle sono aree di aggregazione che girano. Ma quando riapriranno la gente ci andrà? Non posso pensare a persone sedute al cinema con la mascherina e a un metro di distanza”.
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Ragionamento corretto, da imprenditore. Ma la caduta è dietro l’angolo: “E allora l’aiuto è anche favorire il cambio di destinazione dei locali”. Per salvare la Sampdoria o le sue aziende già in forte crisi anche senza l’emergenza coronavirus? Nessuna risposta, anzi nessuna domanda. Ferrero continua con la sua analisi al principale quotidiano genovese: “E poi c’è un problema di costi, di mantenimento. Quando ti concedono la cassa integrazione per un mese e tu sei chiuso da due, quando ti rimandano di due mesi il pagamento delle tasse e tu sei chiuso in quei due mesi, ti senti preso in giro. Io sono figlio di tranviere e certe situazioni le capisco. Non andrò a toccare gli stipendi di chi guadagna 1.000, 2.000 euro…”.
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