Ripubblichiamo l’articolo del sito Icchitè realizzato da da Saverio Di Giorno e contenente un’intervista al nostro Gabriele Frassanito, che si occupa da tempo delle vicende societarie ed extra calcistiche di Massimo Ferrero
Ferrero e la Calabria, terra promessa dei fallimenti “pilotati”
La vicenda che ruota attorno alla nuova indagine della procura di Paola si arricchisce di particolari di minuto in minuto ogni volta che si diffondono notizie. Il coinvolgimento dell’Alto Tirreno Cosentino nelle rocambolesche avventure del presidente dimissionario della Sampdoria Massimo Ferrero può sorprendere solo chi non conosce questo territorio.
La vicenda era stata in parte anticipata dal lavoro della redazione di ClubDoria46 (ifallimenti calabresi della famiglia ferrero) che da tifosi della Sampdoria non ci stavano a vedere la loro squadra usata in magie finanziarie e movimentazioni che poco avevano a che fare con il calcio. Iacchite’ ha già percorso la storia che ha portato a questo provvedimento (tutto ruota intorno a uno studio commerciale di acquappesa), ma è bene proprio approfondire il collegamento con la Calabria. Ed è la prima domanda rivolta a Gabriele Frassanito, collaboratore di ClubDoria46 e autore di molte inchieste in merito.
Perché Ferrero ha scelto proprio la Calabria?“Quando stavamo ricostruendo la galassia Ferrero abbiamo pensato che fosse una scelta commerciale. Il mercato del cinema ha varie sovvenzioni attraverso diverse creature (ad esempio la Film Commission) e quindi probabilmente è in questo che risiede il motivo.” Insomma una scelta legittima.
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E fino a qualche settimana fa era ovvio pensarla in questo modo, tuttavia se l’ipotesi della procura di Paola è corretta viene il dubbio che la Calabria non sia stata scelta solo per la sua tradizione cinematografica, ma anche – a quanto pare – per la tradizione nei fallimenti. In questo campo, tribunali e professionisti calabresi, hanno sviluppato una certa esperienza visti i numerosi casi che si susseguono. Rimaniamo a quanto sappiamo: Frassanito dice: “Il collegamento con la Calabria risiede nel trust Rosan. Un oggetto che è strumentale a tenere in piedi i concordati” come è ormai risaputo. Nell’atto istitutivo è scritto chiaramente che i proventi della cessione della Sampdoria, nel limite di 33 milioni di euro elevabili a 36, confluiranno nei concordati Farvem ed Eleven Finance nonché nel fallimento Abaco101. Non solo: serviranno a proteggere la famiglia Ferrero da azioni di responsabilità quali amministratori delle tre società calabresi fallite.Insomma un ombrello per proteggersi … non la testa.
Queste tre società calabresi fallite nell’arco di pochissimo tempo sono la BluCinematografica, la Ellemme group e Maestrale. Tre società calabresi fallite nell’arco di pochissimo tempo di cui si sono occupati i giudici Marta Sodano (per le prime due) e Matteo Torretta (per l’ultima). E proprio guardando nelle carte dei vari fallimenti troviamo anche un altro nome calabrese. É stata la professionista Michela Sarli a curare il fallimento di una di queste società che al momento risulta addetta al controllo sui fondi europei in Calabria e prima parte dello Studio Commerciale e Tributario Greco.
A cercare meglio però saltano fuori altre cose degne di nota. Altri collegamenti con i nostri territori: in particolare il dott. Aniello Del Gatto risulta liquidatore di una di queste società, è responsabile dell’area finanziaria al comune di Praia a Maree in tempi non molto lontani è stato anche revisore dei conti del comune di Diamante. La sorte ha cioè voluto (in questo modo si nominano i revisori) che la cittadina nella quale lavorava fosse anche la stessa nella quale trovava ambientazione il film prodotto da una di queste società di Ferrero: “Ma l’amore sì”. Qualcuno nella cittadina tirrenica ricorda ancora assegni scoperti (o cabriolet come direbbe senz’altro Ferrero) e una gestione quantomeno allegra nel periodo delle riprese.
Beh, tanto per dirla tutta la trama di questo film racconta la storia di un nonno di nome Alcide che muore d’infarto e lascia un’importante somma di denaro in una banca di Diamante. I nipoti, decidono allora di trasferirsi a Roma e aprire un ristorante di cucina tipica calabrese.
Insomma per Ferrero, e non solo per lui, la Calabria ormai non è più la terra di mare dove venire in vacanza, ma una terra promessa dove venire … a far fallire qualcosa.