C’è un problema attacco. Lo ripetiamo ancora: “Houston, abbiamo un problema!”. Non si segna, si sbaglia troppo davanti alla porta e chi in questi anni ci ha abituato bene oggi non ci può dare più una mano, non ci riesce più.
Quindici presenze su diciotto gare giocate per 1291′ giocati, per tre reti messe a segno, due su rigore, e 2 assist. Questi i numeri di oggi, di questo campionato di Fabio Quagliarella, del nostro capocannoniere che sembra un altro, non riuscire più a ripetersi. Gli anni sulla carta d’identità ci sono e forse ora si fanno sentire. Le panchine per lui sono state solo tre, una con Di Francesco (Fiorentina), due con Ranieri (Spal e Juventus). Potevano essere di più forse sì? Ma come si fa a togliere il capitano? Chi ha il coraggio di farlo? Fin qui nessuno…
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Il paragone alla 18esima giornata di un campionato fa può spaventare: 11 reti (12 alla fine del girone di andata grazie al rigore messo a segno a Torino con la Juventus) e 4 assist in 17 gare giocate con una sola panchina con la Roma. Un capitano in campo per 1458′ (1548′ a fine girone andata su 1710′ a disposizione). Anche nei minuti giocati non c’è paragone. Ne ha giocato di meno, quasi due partite in meno…
Cosa succede al nostro Fabio? E’ giusto pensare che il problema sia solo lui? Vederlo dal vivo a San Siro ha fatto un pò di tenerezza. Non si può dargli più un pallone in profondità, bisogna mettergli la palla sui piedi e sperare che il nostro grande Quagliarella riesca a far sedere il difensore e che la porta non sia troppo lontana…
Ora c’è il mercato, c’è la possibilità di dare una mano a Quagliarella, a Gabbiadini, a Bonazzoli e anche a Ramirez. C’è bisogno di una mano e di un sacrificio, quello per esempio di Gianluca Caprari. Serve un attaccante che la butti dentro o uno che dia una mano a buttarla dentro la rete. Servono dei goal, serve un attaccante, serve presto. L’allarme è stato lanciato da tempo da Claudio Ranieri: “Ferrero, abbiamo un problema!”.