Le parole di Roberto Mancini sul futuro: dopo il mancato approdo alla Juventus, l’ex Sampdoria parla della capacità di saper scegliere
Alla fine Roberto Mancini non è andato alla Juventus. Il tecnico sembrava a un passo dai bianconeri che, però, hanno scelto Igor Tudor per sostituire Thiago Motta e così Bobby Goal è rimasto libero. Anche se a giugno potrebbero aprirsi nuovamente le porte dei bianconeri.
Durante il il laboratorio ‘Il giurista entra in campo’ nell’ambito dell’Academic Gym con Guglielmo Stendardo alla LUISS, Mancini ha risposto a chi gli chiedeva se fosse pronto per un ritorno in panchina. Parole che hanno lasciato diverse porte aperte:
Futuro? Vediamo quello che verrà, nel calcio può cambiare tutto dalla sera alla mattina. Bisogna saper scegliere.
Sampdoria, Mancini: la mia esperienza all’estero
Ex Sampdoria, Roberto Mancini: futuro? Bisogna saper scegliere
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L’ANSA ha riportato anche altre dichiarazioni di Mancini che ancora non sa bene cosa sia successo nelle ore in cui sembrava molto vicino alla Juventus. E’ intervenuto, poi, anche sul ruolo dell’allenatore e sull’incidenza nella squadra:
Tutti incidono sulla propria squadra, poi a volte i risultati vengono o meno. Se le cose non vanno è giusto che si prenda anche delle colpe. Ma bisogna dare il tempo per incidere. In Italia se le cose non vanno l’allenatore viene messo subito in discussione. Un manager deve avere una visione, essere empatico con il club e riuscire a trasferire il proprio pensiero. Ma credo che se si punta su un allenatore bisogna concedergli tempo e supporto. Anche da parte dei dirigenti serve una visione, dal direttore sportivo ci si aspetta che compri giocatori. Nessuno riesce a vincere sempre, ma quando si perde credo sia importante rialzarsi subito.
Il problema del calcio italiano non sono i troppi stranieri, ma la mancanza di giocatori di qualità:
Abbiamo avuto decenni di giocatori incredibili, adesso è qualche anno che ce ne sono di meno. Troppi stranieri? Ai nostri tempi erano campioni e miglioravano i giovani, se si prendono stranieri che valgono poco meglio dare un’opportunità ai giovani italiani.
Infine anche un passaggio sulle sue esperienze all’estero, tra Manchester City, Galatasaray e Zenit. In Inghilterra ha vinto la Premier al terzo anno sulla panchina dei citizens:
Ho lavorato in Inghilterra per quattro anni e arrivare a vincere facendo un buon percorso credo sia la cosa migliore. Il Manchester City mi chiese di vincere la Premier dopo 5 anni, la vinsi dopo 3 e poi le cose migliorarono ancora. Gli allenatori italiani erano e sono ancora molto avanti, ma alla fine se hai giocatori forti vinci altrimenti no.