Emanuele Pesaresi ricorda gli anni passati di calcio passati alla Sampdoria, dai rapporti con Roberto Mancini, Sinisa Mihajlovic e Vujadin Boskov, fino alla nuova carriera nel mondo del… caffè
Emanuele Pesaresi, ex difensore della Sampdoria, ha appeso gli scarpini al chiodo nel 2012 e da allora ha davvero cambiato carriera. Adesso, infatti, gestisce – insieme ad altri soci – la K-All di Ancona, la sua città natale, un’azienda che si occupa della distribuzione di caffè.
Siamo una piccola azienda, puntiamo molto su privati e famiglia. Contiamo molto sul passaparola sul porta un amico. Abbiamo 370 clienti e ordiniamo 250 scatole di cialde ogni mese
Lo ha raccontato nell’intervista concessa a SportWeek in cui ha ripercorso le tappe della sua avventura nel calcio. Un mondo che comunque non ha mai abbandonato:
I pomeriggi li dedico alla mia Recanatese. Alleno la Juniores e dal martedì alla domenica mi trovate sempre sul campo
Pesaresi, l’ex Sampdoria si racconta: dalle esperienze sul campo all’amore per il caffè
Ex Sampdoria, la vita di Emanuele Pesaresi tra calcio e caffè
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Nell’intervista, Emanuele Pesaresi ricorda gli anni passati alla Sampdoria in particolare con Roberto Mancini, ritrovato poi alla Lazio:
Lui è un fumantino, proprio come me. Ricordo che dopo un assist nella sfida contro l’Udinese invece che venirmi incontro per ringraziarmi mi ha insultato. Non me la presi, lui era ed è fatto così. Lo ho sentito dopo la vittoria degli Europei. E pensare che, solo due anni prima ero stato da lui a Coverciano per rubargli i trucchi del mestiere
Nel periodo in blucerchiato ha incontrato anche il duo serbo, Vujadin Boskov in panchina e Sinisa Mihajlovic come compagno di squadra:
Quando parlavano tra di loro nello spogliatoio non si capiva nulla. Tutti pensavano che il modo di giocare dell’allenatore fosse arcaico invece ha vinto tanto. Ricordo che con lui gli allenamenti erano solo al mattino, tutti i pomeriggi erano liberi
Sinisa era l’uomo di fiducia Vujadin. Due anni fa sono andato da lui a Casteldebole e abbiamo pranzato insieme. Con lui ho giocato anche nella Lazio anche se li ho trovato poco spazio da quando Dino Zoff subentrò a Sven-Goran Eriksson
C’è spazio, nell’intervista di SportWeek, anche per l’amore ritrovato per il calcio che, dopo la scelta di ritirarsi, sembrava esser scemato:
L’entusiasmo lo ho ritrovato quando Marco Lelli mi volle nel suo staff nell’Ancona. In futuro mi vedo allenatore, ho il patentino UEFA B e, appena ci sarà il tempo, prenderò anche quello A