Baronio racconta l’addio di Leoni alla Sampdoria, con il 2006 in lacrime appena prima di trasferirsi al Parma in Serie A
La Sampdoria è una famiglia, sia per chi indossa la sua maglia per tutta la vita, ma anche per quelli che la portano per poco tempo. Un po’ come Giovanni Leoni, talentuoso difensore classe 2006 che arrivò dalla Serie C a gennaio 2024. E, dopo appena 6 mesi, si è ritrovato parte di un club di Serie A come il Parma. Dove sta giocando e mostrando quelle qualità che Andrea Pirlo e il suo staff avevano visto a Genova.
Perché se è arrivato a giocare nel massimo campionato italiano, il merito è principalmente suo, poi anche di chi non ha avuto paura di far esordire un minorenne in Serie B, garantendogli anche 12 presenze, di cui 9 da titolare. A raccontare le prime impressioni che lo staff blucerchiato ebbe di lui è stato Roberto Baronio, vice di Pirlo, in un’intervista a Gianlucadimarzio.com:
Arrivò alla Samp dalla Primavera del Padova, noi eravamo in difficoltà a livello numerico per via dei tanti infortuni a gennaio scorso. Capimmo subito, dai primi allenamenti, che ci poteva stare tranquillamente nel gruppo della Prima Squadra. Infatti poi andò così. Giocò la sua prima partita da subentrato e fece molto bene. Mi ricordo che non soffriva la pressione. Lo stadio di Genova è uno stadio importante, con una tifoseria fantastica. Questo ti può soltanto caricare e lui ha fatto sì che questo fosse un suo punto di forza
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In breve tempo Leoni ha fatto vedere a tutta Italia di che pasta fosse fatto. E il ragazzo che Pirlo non ha avuto paura di lanciare ha cominciato ad attirare su di sé gli occhi di tante squadre. Alla fine il Parma ha avuto la meglio, aggiudicandosi un prospetto interessantissimo per 5 milioni di euro più bonus. Il difensore è rimasto alla Sampdoria solamente 6 mesi, ma gli sono bastati per affezionarsi alla maglia. Alla famiglia blucerchiata. Tanto che, racconta ancora Baronio, è scoppiato a piangere quando ha salutato tutti:
Il giorno che lui è stato venduto al Parma, come fanno tanti calciatori, è venuto a salutare lo staff. Lo stesso aveva fatto con i compagni di squadra, prima. Quando è entrato nel nostro ufficio è scoppiato a piangere. Come se fosse un bambino che stava con noi da un sacco di anni. Come un bambino al quale dispiaceva lasciare la famiglia. Ma considerate che era con noi solo da sei mesi. Dopo il ritiro è andato via, quindi noi l’abbiamo vissuto poco, ma lui ci disse all’epoca che era stato veramente bene con mister Pirlo e con tutto lo staff. Quelle erano lacrime sincere. Mi ha colpito tanto questo episodio, mi ha fatto capire il tipo di ragazzo che avevamo di fronte