I sette giorni della Sampdoria si chiudono con zero punti e l’eliminazione dalla Coppa Italia. Al di là delle sconfitte e del quart’ultimo posto in cui rimane inchiodata la Sampdoria, deve preoccupare il passo indietro netto sia in termini di prestazione sia di carattere. L’effetto Ranieri è già finito?
Il clima di festa tra le tifoserie e la vendita benefica degli ombrelli blucerchiati per la Gigi Ghirotti fanno da cornice all’incontro e probabilmente anestetizzano la Sampdoria.Il Parma no, visto che è l’unica squadra in campo per mezz’ora buona e quella che alla fine porterà a casa 3 punti.
Li porta a casa grazie a una testata di Kucka che evidentemente ha giocato un derby e l’ha vinto: colpo di testa non proprio impossibile, Colley è in ritardo e Audero immobile. Malissimo la difesa Samp, che si fa abbindolare dalla “gabbia” del Parma attorno al numero 1 blucerchiato.
Vista la classifica e il fattore campo, la Samp avrebbe dovuto fare la partita davanti al sostegno incessante della Sud. E invece, senza alcuna ragione, non accade nulla di tutto ciò. Timida, nulla, la reazione anche dopo il goal subito: un tiro di Gabbiadini rimpallato in angolo.
Qualcosa di più i ragazzi di sir Claudio la combinano negli ultimi minuti del primo tempo, con una frenesia che potrebbe far ben sperare per il seguito. Al minuto 39 bel duetto Quaglia-Murru, con quest’ultimo che spreca malamente con diagonale a lato e Ramirez, ignorato, liberissimo e ben piazzato. Poi in sequenza ci provano l’uruguagio (tiro da fuori deviato in angolo), il Capitano (tiro di controbalzo debole, palla a lato) e Vieira, che impegna seriamente Sepe. Ma l’intervallo smorza queste minime scintille di gioco.
La Sampdoria rientra in campo con poca grinta e poco cuore. Ranieri prova a invertire la tendenza con un doppio cambio ma se possibile peggiora la situazione e fa aumentare i mugugni. Ci sta far uscire Vieira (ammonito) e mettere dentro Linetty. Ma il cambio Ramirez-Leris grida vendetta, anche alla luce della motivazione data dal tecnico romano, ossia l’utilità di Leris nella produzione di cross.
Gabbiadini tenta di armare il suo solito sinistro micidiale: al terzo tentativo, su punizione, prende un traversa che sta ancora vibrando e fa statistica, ma non frutta punti. Almeno ci prova, Manolo, e si sbatte.
Dentro anche Caprari, con il solito fare indolente, svogliato, un altro rispetto al giocatore grintoso che ha deciso la partita contro la Spal: se è così, almeno a gara in corso bisogna puntare su Maroni.
Che sia un pomeriggio sciagurato è confermato dal rigore parato da Sepe a Quagliarella e dall’annullamento del goal su ribattuta.
L’ultima emozione la regala Colley, ma non su colpo di testa da calcio d’angolo, come sarebbe lecito aspettarsi da un difensore centrale: il gigante del Gambia si lancia in avanti in proiezione offensiva e sgancia un sinistro da dentro l’aria, ma Sepe si tuffa e salva tutto. E questo è il perfetto ritratto di una manovra offensiva pressoché inesistente, affidata alle iniziative personali dei singoli, senza un’idea dietro. Se poi ci aggiungiamo una tenuta difensiva che è ritornata precaria, è quanto basta per perdere un partita che andava vinta, o quanto meno pareggiata.
E il Derby, adesso, ha tutt’un altro senso: è una partita da dentro o fuori, per restare attaccati al treno salvezza.