Da Roma a Roma: in diciannove partite Ranieri ha cambiato la Sampdoria. Il modulo, le nuove motivazioni e il ritorno di Quagliarella
A ridosso della sfida contro la Roma, la Sampdoria può tirare una prima linea dell’operato di Claudio Ranieri. Proprio con un pareggio con i giallorossi, infatti, iniziò l’avventura di Sir Claudio sulla panchina blucerchiata. Un girone dopo – e un lockdown – dopo alla Sampdoria sono cambiate molte cose.
innanzitutto la classifica. Quando Ranieri sostituì Di Francesco trovò una squadra demotivata e ultima in classifica con tre punti raccolti in sette partite. Una miseria. Con la sua esperienza e la capacità di gestire situazioni complicate, Ranieri ha ottenuto 23 punti in 19 partite, portando la Samp al sedicesimo posto. Una media di 1,21 che, su un campionato intero, porterebbe a 46 punti.
LEGGI ANCHE Sampdoria, quando sarà il momento di Bonazzoli?
La classifica sì, ma anche il modulo. La Sampdoria, infatti, ha abbandonato gli esperimenti di Di Francesco e il suo 3-4-3, per un più compatto 4-4-2, con alcune varianti come il rombo in mezzo. Solo contro l’Inter si è tornati a tre dietro, salvo poi passare, dopo due goal subiti, al 4-4-1-1. Ranieri, come da sua prerogativa, ha modificato il modo di stare in campo della squadra, optando per un gioco conservativo basato sulle ripartenze.
Ci sono stati poi gli arrivi del mercato invernale, che hanno portato Tonelli, Yoshida e La Gumina e, soprattutto, il ritorno al goal di Quagliarella: una rete con Di Francesco, otto con Ranieri.
La ripresa contro l’Inter non ha lasciato un buon impatto sui tifosi, ma chissà che, così come all’andata, proprio dalla gara con la Roma possa ripartire la corsa alla salvezza.