Continua il momento negativo della Sampdoria ma per Stefano Versace anche i “Mancini boys” che sono ora nel club: la Sampdorianità non può essere un alibi
La Sampdoria ha perso a La Spezia e ora è penultima in classifica. Di fatto è più di un anno che i blucerchiati sono in una situazione di forte crisi di risultati. Dalla quale non sono ancora usciti nonostante sei diversi allenatori e tanti giocatori che sono cambiati.
La tifoseria è al limite della pazienza e già sta sfogando tutta la sua rabbia nei confronti della proprietà, invitata più e più volte a liberare la Sampdoria dopo averne infangato nome, storia e prestigio. Joseph Tey, Nathan Walker, Matteo Manfredi e Jesper Fredberg sono sotto contestazione da molto tempo ormai. Ma Stefano Versace non si ferma a loro.
Perché dentro la Sampdoria in questo momento ci sono altre persone che lavorano nel club e fanno parte di quanto sta accadendo. E sono i Sampdoriani, quelli che Versace chiama “Mancini boys“. Quelli che sono arrivati nel nome di Roberto Mancini o che avevano un passato in blucerchiato.
I rappresentanti di quei valori a cui la tifoseria tiene fortemente, riconoscendosi in Attilio Lombardo, Andrea Mancini, Salvatore Foti e Giovanni Invernizzi. I tifosi blucerchiati li identificano come gli ultimi baluardi e per questo non li tira in ballo nelle contestazioni. Ma Versace, in un post su Facebook, ha deciso di non esentarli dalle critiche:
Dentro questa Sampdoria non ci sono solo i Tey, i Manfredi e i Fredberg. C’è un esercito silenzioso, molto più folto, di Mancini boys. E allora la domanda diventa inevitabile. Vogliamo farla valere questa Sampdorianità o è diventata un’etichetta buona per fare scena nelle interviste?
Sampdoria, l’aut aut di Versace per i “Mancini boys”: “O vi fate sentire o ve ne andate”

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I valori di Sampdorianità di queste persone è indubbio. Lo hanno dimostrato negli anni passati, nel loro attaccamento, nella voglia di rimettersi in gioco anche in un momento così difficile, tornando per la Sampdoria. Ma ora non basta, per Versace. Non può essere solo un biglietto da visita o un alibi.
Il noto imprenditore e tifoso blucerchiato chiede che Lombardo, Mancini, Foti o Invernizzi prendano posizioni e comincino a opporsi all’attuale andazzo. Altrimenti sarebbero solamente complici della mala gestione di chi viene contestato:
Perché o entri in sede, punti i piedi, sbatti i pugni sul tavolo prendi per il colletto la proprietà attaccandola al muro e pretendendo ciò che serve per riportare la Sampdoria dove merita, oppure fai l’unica cosa realmente dignitosa: Te ne vai! Non esiste la comoda zona grigia del “io non c’entro”. Rimanere li dentro senza dissociarsi, senza denunciare, senza alzare la voce significa una sola cosa: diventare complici. Complice per interesse personale, per la tranquillità dello stipendio, per la poltrona comoda, per il quieto vivere. Non per il bene della Sampdoria
Dunque non esistono alibi per nessuno. O la rivoluzione o la complicità. Non ci sono terze vie, conclude Versace:
E quindi, cari Lombardo, Foti, Andrea Mancini e tutta l’allegra compagnia, il messaggio è chiaro come un rigore a porta vuota. O vi fate sentire oppure ve ne dovete andare. Non c’è una terza opzione capace di salvarvi l’onore.



