In una lunga intervista a La Repubblica Claudio Ranieri parla di responsabilità, di salute dei giocatori, non solo quelli della Sampdoria. Prima di tornare a giocare bisognerà fare dei controlli approfonditi…
“Questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Sampdoria e per tutte le squadre, è dovere dei medici – ha raccontato a La Repubblica – ridare ad ogni atleta l’idoneità completa. Non solo una visita generale, ma appronfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza”. E poi “durante i primi allenamenti un giocatore colpito dal virus si sentirà fiacco. Com ha detto il mio presidente Ferrero un giocatore non è una machcina che si spegne e si riaccende, prima di tornare a giocare ci vorranno settimane di preparazione”.
Insomma “sarà peggio di un ritiro estivo, perchè c’è l’aggravante, per chi è stato contagiato, della malattia. E prima del campi, insisto, massima sicurezza. Poi, dopo il via libera, starà a me, chi sta al mio fianco capire chi può reggere una gara e chi no…”.
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Porte chiuse? “Non è il calcio, è la sua morte, ma se è l’unica via l’accetteremo. Non ora però. ficchiamocelo in testa, a fine partita il sistema immunitario di un calciatore si abbatte. Con una gara ogni tre giorni il quadro può essere devastante”.
Scudetto alla Juventus, blocco retrocessioni e la prossima serie A a 22 squadre? “Io faccio l’allenatore ma so che in tempi di emergenza purtroppo creare scontenti è facile. Solo un’eccezione: lasciare in B il Benevento con 22 punti di vantaggio non si può”.