Con il Coronavirus non si scherza. E così anche la Spagna ha deciso di fermare il suo campionato, la Liga. Nessun dubbio per il presidente della federazione spagnola Javier Tebas: “Speriamo di poter recuperare le date, se tutto andrà bene. Il 25 marzo torneremo a valutare nuove decisioni. La priorità sono le persone”.
Decisione inevitabile dopo che il primo caso di coronavirus successo in casa Real Madrid. Il primo club di Spagna ha comunicato la positività di un suo giocatore di basket del Real Madrid e la conseguente sospensione delle attività dell’intero club. Tutte le squadre del Real Madrid si allenano nello stesso centro a Valdebebas, l’intera struttura è stata messa in isolamento così come lo staff.
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Poco più tardi altra ufficialità, dopo la riunione tra Liga-federazione spagnola e associazione spagnola dei calciatori: la sospensione del campionato di Liga e Segunda per due giornate. “Davanti alle circostanze di questa mattina, in riferimento alla quarantena del Real Madrid e ai possibili giocatori positivi in altri club, la Liga ritiene che le circostanze siano già in atto per continuare con la fase successiva del protocollo di azione contro COVID-19. Di conseguenza accetta di sospendere almeno le due prossime giornate”, si legge nel comunicato della Liga. Tale decisione verrà rivalutata dopo il completamento delle quarantene decretate nei club interessati e altre possibili situazioni che potrebbero sorgere”.
La Liga è già stata sospesa in passato in altre 5 occasioni. Era successo dopo la stagione 35/36 per 3 anni durante la Guerra civile spagnola. Gli altri stop sono dovuti tutti agli scioperi dei calciatori: il 4 marzo del 1979 quando furono protagonisti del primo sciopero generale della loro storia, un fatto che cambiò le loro condizioni lavorative. Altri scioperi poi: settembre ‘84, settembre ‘81. L’ultimo nella stagione 2011/12.