Coronavirus: niente campionato Europeo. La speranza è poter finire per le competizioni europee e i campionati, Serie A compresa…
Stop, il calcio si ferma. Tutti i campionati europei (eccetto Serbia, Turchia e Russia) hanno preso sul serio il problema COVID-19 e per tutelare la salute pubblica hanno fermato la ricca macchina del pallone.
Prima di scoprire quando si potrà tornare in campo (e solo succesivamente tornare a riempire gli stadi, l’Uefa deve fare i conti con le sue manifestazioni sportive, sempre più a rischio. Se le Coppe per club hanno ancora qualche chance di svolgersi non si può dire la stessa cosa per il prossio Campionato Europeo, che va sempre più verso uno slittamento a fine 2020 o, più probabilmente, al 2021, con buona pace del presidente Ceferin che a questo punto dovrà inevitabilmente rivedere tutti i suoi piani, organizzativi e finanziari. Martedì dovrebbe esserci l’annuncio ufficiale…
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Le problematiche da risolvere sono davvero tante adesso, perché riuscire a incastrare tutti gli spostamenti delle competizioni non solo europee ma mondiali, sarà un impresa enorme.
A livello economico chi perderà di più è sicuramente l’Europa e in particolare la Champions e l’Europeo appunto che insieme formano la bellezza di 4,5 miliardi di euro che non entreranno nelle casse del massimo organismo europeo. Un problema che andrà giocoforza risolto e che vedrà molto probabilmente come “vittima sacrificale” la Nations League che al momento è la competizione che registra il minor introito di tutti e rappresenterebbe quindi il “male minore” considerando anche il fatto che essendo una competizione nuova, appena nata, non ha grande audience.
E in Italia il danno dello stop a quanto ammonta? In attesa del rapporto chiesto a Deloitte qualche conto lo ha già fatto: non fosse possibile ricominciare a giocare, si conterebbero 430 milioni di danni, tra diritti tv nazionali ed esteri e Coppa Italia. Circa il 30% del fatturato annuale della Lega Serie A.