In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, il virologo Roberto Burioni spiega che comportamenti dovranno tenere Rugani e Gabbiadini e indica la via per combattere il Coronavirus
In un momento di tale incertezza, è importante sentire il parere degli esperti. Esperti come il professore Roberto Burioni, virologo all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, uno tra i pochi ad aver capito fin da subito la portata e la pericolosità del Coronavirus. La positività di Rugani ha aperto il vaso di Pandora anche sul mondo del calcio: “Molti hanno vissuto nell’illusione che gli atleti potessero resistere, ma questo virus contagia tutti. Il problema per Rugani e Gabbiadini è legato a eventuali altri contagi. Entro 14 dovremmo sapere se ce ne sono stati”.
Errata l’idea che tutte le squadre coinvolte – Juventus, Inter, Sampdoria e Verona – debbano fare il tampone: “Tutti devono stare isolati e controllare la febbre un paio di volte al giorno. Solo in caso di minimo sintomo, soprattutto respiratorio, si fa il tampone. Senza sintomi non ha senso farlo. Rugani non era totalmente asintomatico, avrebbe potuto avere la febbre a 37.4. Questo virus può dare anche sintomi lievi”.
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Ma come cambiano le vite di Rugani e Gabbiadini? Nulla di diverso rispetto agli altri contagiati: “Devono stare isolati, monitorando la febbre fino a quando non sarà negativa la presenza del virus. Minimo due settimane”. E gli allenamenti: “Ci si può allenare da soli. In qualunque ambiente si allenino devono stare isolati”.
Il virologo Burioni, poi, chiude l’intervista alla Gazzetta con un messaggio al mondo del calcio: “Non era pensabile giocare a porte aperte ed è stato sacrosanto fermare il campionato. Il ritorno? Spero che quella 2020/21 sia una bella stagione dall’inizio, ma non è escluso che si completi anche questa”.