Chi riparte e chi no: l’Europa del calcio è spaccata

Nell’Europa del calcio c’è divisione tra chi vuol ripartire e chi ha già chiuso tutto: la Bundesliga spinge, Premier e Serie A stanno ancora decidendo
L’Europa del calcio in questi giorni sta decidendo il proprio futuro. Ci sono leghe che hanno già scelto di chiudere il campionato, come in Scozia, Belgio e Olanda, leghe che si stanno allenando, come la Bundesliga, e leghe ancora ferme come la Serie A, la Ligue 1, la Premier League. In Romania stanno addirittura pensando di trasferire le 14 squadre del campionato in Turchia.
In Germania, dove le squadre sono tornate in campo a inizio aprile, c’è la volontà di tornare a giocare al più presto e ciò verrà deciso il 29 dalla Cancelliera Angela Merkel. L’amministratore delegato Seifert è stato molto chiaro: “Se non si accettano le porte chiuse la Bundesliga non ci sarà più”. A ciò hanno fatto seguito le parole dell’ad del Borussia Dortmund: “O si riparte o la Bundesliga salta”.
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In Premier League si punta a ripartire l‘8 giugno, con l’Arsenal che è già tornato ad allenarsi. Il governo, però, pare stia ponendo come condizione quella di trasmettere in chiaro le partite. Diverso il discorso in Ligue 1, considerate le dichiarazioni del ministro dello sport francese: “Lo sport non è la priorità nelle decisioni del governo”.
In Polonia e nelle Far Oer è già stato tracciato il piano della ripartenza, mentre nelle leghe interrotte sono in corso controversie legali. In Scozia il Rangers minaccia di fare ricorso contro l’assegnazione dello scudetto al Celtic, mentre in Olanda l’Utrecht, escluso dalle coppe, è pronto a fare ricorso all’Uefa.
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